A.A.A. TURISTA DA SPENNARE IN EGITTO CERCASI

A.A.A. TURISTA DA SPENNARE IN EGITTO CERCASI
Avviso importante a tutte le turiste in partenza per l'Egitto: A.A.A.: IN MAR ROSSO RICORDATI DI FARE ATTENZIONE A NON PESTARE IL CORALLO, A NON ENTRARE NELLE MOSCHEE A CAPO SCOPERTO E A BRACCIA E GAMBE IGNUDE E AGLI SHARMUTE - sharmute: gigolò, che si fa mantenere dalle donne. ( Ci spiace, ma nessun risultato "PROSTITUTO" è stato trovato nel VOCABOLARIO ITALIANO).

mercoledì 8 maggio 2013

 
Sei un serpente velenoso, 
dovevo ucciderti appena visto.
Ti ho dato il tempo di paralizzarmi.
 
BASTA
HO IL VOMITO

VOGLIO USCIRE DA QUESTO MALEDETTO GIOCO
E
MALEDIRE IL GIORNO CHE TI HO INCONTRATO
E
IL GIORNO IN CUI HO PERSO LA TESTA
E NON HO PIU' SAPUTO DISTINGUERE
IL BENE DAL MALE
L'AMORE DAL POSSESSO
L'AMORE DAL MALAFFARE
L'AMORE DALL'ARRAFFARE
L'AMORE DAL SESSO

SEI UN MALFATTORE
SEI  PEZZENTE  IMPOSTORE ED APPROFITTATORE

SEI UN BUONO A NULLA

SAI SOLTANTO RUBARE
RUBI CUORI E POI DENARO

SEI PURE TRADITORE
E VIGLIACCO

NON HAI MAI PORTATO NULLA DI BUONO
NE' NULLA DI GRATIS
NELLA MIA VITA

CHE DIO TI STRAMALEDICA!

venerdì 3 maggio 2013

Tradimento

T R A D I M E N TO
 
Ti sei sposata ieri sera, poi sei partita per Brescia, dovevi preparare delle cose. Le ultime. L'appartamento in Italia l'avevi già venduto e con quei soldi comperasti, senza pensarci su due volte, una casa in un bellissimo residence di fronte al Mar Rosso, 80 km a sud di Marsa. Lui ti aveva detto che quella era una very beautiful house. Era felice e anche tu, come non lo eri mai stata. Dovevi andare a prendere dei documenti dal notaio e consegnarli al commercialista. E poi sistemare, sistemare, sistemare. Tutto, chiudere con ogni cosa. Come se la tua vita fosse diventata all'improvviso una vita precedente. Perchè dovevi ripartire per l'Egitto e vivere finalmente e per sempre con lui.
Inshallah!
E lui?
Lui, mentre tu sei appena atterrata all'Orio al Serio, è in auto (quella che gli regalasti tu l'anno scorso perchè sarebbe tornata utile anche a te dopotutto)  con un amico egiziano e un italiano, amico comune. Questi ultimi stanno approfittando di un passaggio fino a Port Galib. Lui va all'aeroporto, sta arrivando la sua ragazza. Una "turnista" che lo raggiunge da anni, tutti gli anni, ad aprile e a ottobre. Ma che tu ignori. Sì, va be', qualche avvisaglia l'avevi avuta, ma quisquiglie non probanti alla fin fine.
Prima di girare per l'aeroporto, lui accosta e il suo amico egiziano e l'italiano scendono dalla macchina e se ne vanno per i fatti loro. 
Poi succede che, lui, il tuo novello sposo, musica araba a palla, riprende il viaggio mettendosi a superare un pulmino di turisti a tutta velocità e si schianta contro un altro veicolo che sopraggiunge dalla corsia opposta. L'auto, riversa tra l'asfalto e la sabbia, è ridotta ad un rottame fumante.
l'Italiano ti chiama, ti spiega che lui, tuo marito, è miracolosamente illeso. Sì, va be' una clavicola e un ginocchio rotto ma poteva essere morto.
Gli raccomandi tremando di fare tutto ciò che serve, di non badare a spese, che pagherai tutto tu.
Arriverai prima possibile.
E difatti arrivi, grazie ad una serie di voli dalle soste estenuanti che sei riuscita a mettere insieme e a prenotare per un pelo. Arrivi stravolta, Dio solo sa come hai trovato il tempo di farti la doccia.
Fai irruzione nella sua vita privata e trovi la "turnista" con lui: sorridente, lunghi capelli biondi, lucenti, che le toccano il fondoschiena.
Li vedi da lontano. Lei lo sorregge con tanto amore, ogni tanto lo sfiora sulla spalla con le labbra, sono baci, bacetti.
Sono attimi: dapprima la sorpresa, poi - no non può essere lui, poi il colpo al cuore della verità, il male, il dolore di una pugnalata che non finisce mai. Tutto in un secondo o due.
 
Ehi, tu, perchè non svieni?




domenica 31 marzo 2013

Ancora su GOODBYE HABIBI! VIRGINIA.

ArchivioUna fogliata di libri

"Goodbye, habibi!"

di Clara Caverzan, Edizioni Anordest, 334 pp., 15 euro

Maria José Virginia – “nome come la regina antifascista”, “mia madre me lo impose perché ammirava Maria José come donna… una specie di femminista” – è una cinquantenne del nord est: esasperata da un matrimonio che suo malgrado è andato a rotoli, e sopravvive solo per abitudine e convenienza economica. Mariano, il marito, è un imprenditore di genio con un talento per la tecnologia che gli ha permesso di arrivare al successo da self made man: ma da un’infanzia difficile ha ereditato una sessualità oscura e gelosa, che tormenta Virginia fino a quando i due non scoprono l’Egitto. E a quel punto trova comodo delegare alla moglie gran parte della gestione dell’azienda, in modo da poter passare periodi sempre più lunghi nella villa che si sono fatti fare nella terra dei faraoni. E poi c’è Bahr, il terzo vertice del triangolo, il cui nome significa “mare”: il ragazzo nubiano che ha metà degli anni di Virginia, l’età di sua figlia, e che a un tratto sembra poterle infine dare una storia d’amore vero, inaspettato e inebriante. “Perché lei adora questo piccolo grande uomo che, sopravvissuto ad un villaggio della Nubia, è stato messo a pensare a se stesso, appena adolescente; che si è fatto da sé, peggio che dal nulla, in condizioni dure e pericolose e sa vivere da solo, si sa mantenere, sa destreggiarsi bene in tre, quattro lingue straniere, sa fare il cuoco e il cameriere con eleganza, il marinaio, l’istruttore di surf; è forte e i suoi muscoli sono sani come quelli di un contadino, ha rispetto di se stesso e della legge; sa aspettare, sa affrontare la fame, la fatica, un clima duro e una terra arida, la solitudine, il deserto; e sa anche ballare, rilassarsi, essere gentile quando serve, attaccare e difendersi, sa tenere la bocca chiusa quando è il momento, sa rispettare la sua stirpe, le sue origini, i suoi simili, la sua cultura, la sua religione, la sua famiglia e, senza essere un integralista, per tutto ciò darebbe la vita senza pensarci su due volte. Sa fare all’amore, sa come si fa a conquistare e tenersi una donna”.
Ma davvero il bel nubiano è il tenero dio dell’amore che sembra? Davvero la storia tra Bahr e Virginia è un esaltante romanzo? Davvero il figlio di una terra antica è del tutto estraneo a quel tipo di meschinità e prepotenze che hanno ucciso il rapporto tra Virginia e Mariano? A poco a poco, Virginia scopre che quel che accade tra lei e Bahr appartiene a quel torbido fenomeno in rapida espansione ma in gran parte ignorato dai media che si chiama turismo sessuale femminile. “Il fatto straordinario sta anche in quella situazione di potere, in quello scatto in avanti rispetto a te stessa, quel potere di certi uomini ricchi che, da che mondo è mondo, tengono legate a sé le schiave idiote, le donne che non sanno badare a se stesse, grazie alla sicurezza del loro denaro”. Il lirismo vira sul sordido, la complicità degenera in un gioco di ricatti reciproci, l’apparente comprensione e l’idillio si trasformano in uno scontro tra opposte volontà di sopraffazione. Il finale a sorpresa, ma non troppo, invita forse a non cercare facili scorciatoie, e a interrogarsi su quello che c’è veramente, dietro le apparenze. L’autrice di questo libro, per esempio, è stata sindaco del comune di Scorzè, provincia di Venezia, dove tuttora vive e lavora come insegnante. E dopo il successo in odor di scandalo di un suo romanzo erotico pubblicato nel 2008 e intitolato “Desideria”, anche questo suo secondo libro si presenta con l’etichetta di romanzo erotico visto da un punto di vista femminile (genere che attualmente va per la maggiore). Ma in realtà l’erotismo, che pure c’è, nel libro di Clara Caverzan conta molto meno dell’indagine acuta e feroce sulle ipocrisie del nord est, sugli equivoci del rapporto nord-sud, sulla disintegrazione della famiglia.

martedì 4 settembre 2012

Il Mohamed different NON ESISTE.



Io sono sposata con un ragazzo egiziano meraviglioso
Sono felicissima , mi tratta come una principessa.. Lavoriamo insieme nel turismo e stiamo insieme 24 ore su 24 ..... scherziamo, ridiamo e giochiamo....condividiamo tutto .... Io sono criatiana e lui musulmano ..... In tutto troviamo il punto d'incontro ...Siamo entrambi animatori turistici e abbiamo un agenzia ..... Trovo che sia un popolo meraviglioso legato alla sua storia e alle sue tradizioni .... Un popolo molto legato ai valori a prescindere dalla religione....Un popolo dignitoso e fiero ... Un Popolo che mi ha accolta con molto affetto quando ferita delusa e ingannata da un ITALIANO mi sono rifugiata quì ..... I musulmani sono persone straordinarie . Poi di imbecilli ce ne sono quì come in tutto il mondo e di tutte le religioni .... Dobbiamo prendere coscienza che il comportamento di ogni uno di noi non è da attribuire a un paese d'origine , a un credo o a una categoria lavorativa o sociale o culturale a cui si appartiene ma all'attitudine personale ...


Ho trascritto fedelmente questa testimonianza lasciata su una pagina di questo blog da S.S. per dirle,
- Sono felice per te cara S.S. e ti garantisco che vorrei ricevere montagne di queste e-mail.
Purtroppo non accade che io riceva montagne di queste mail, nè che mi capiti di sentire o ascoltare testimonianze in Egitto di questo calibro.
Anzi. Sento molte storie tutte uguali, tutte con la stessa trama e lo stesso ordito.
Dopo la rivoluzione gli impostori che lavorano nel turismo hanno affilato le armi e le truffe sono diventate più brutali.  Purtroppo oggi vige poca sicurezza ai limiti dell' anarchia e le donne europee che si rivolgono alla Polizia ( esiste oggi la polizia in Egitto? Io dico di no) e ai Consolati, mai come ora vengono derise e malconsiderate per questi tipi di errori. Negli uffici, gli addetti che dovrebbero tutelare i diritti di chi si rivolge loro in cerca di aiuto sono stanchi di sentire le solite storie. E' terribile a dir poco!
Sono anni che, con miseri risultati, cerco di mettere in guardia le turiste  che per la prima volta arrivano in Egitto con l'intenzione di visitare un paese affascinante, ricco di storia, di belezze naturali e di magia, verso gli sharmute. Perchè di questo si tratta: sharmute = puttane / impostori che venderanno carissimo il proprio corpo alle malcapitate che avranno preventivamente fatto innamorare. Non sto parlando di gigolò. I gigolò sono onesti, sono puttane che ti vendono la prestazione da subito. " E' solo un interscambio di sesso". Gli Egiziani  che fanno quel mestiere lavorano in maniera subdola, totalmente diversa da chi sta in vetrina col prezzo ben in evidenza: prima ti fanno innamorare. Sapranno essere feroci e te la faranno vedere loro!
Mai come ora dovete porre la massima attenzione.
  Il Mohamed different non esiste!

Ecco una delle ultime lettere arrivate a Ma che amore di Egitto:

Carissima Ayka, ho appena conosciuto una donna a Sharm el Sheik ove ho una casa di appoggio da due anni ma ho deciso di lasciare tutto vista la poca sicurezza e le brutalità che quotidianamente vedo ed ascolto quando mi capita di conoscere queste donne che purtroppo incontrano  nel loro cammino questi grandi ammaliatori: gli egiziani. La situazione di Xxxxxx è agghiacciante, aveva una relazione da 4 anni tutto bene perfetto acquista casa ma il compagno le dice che visti i periodi i turisti non possono piu intestarsi proprietà , la donna chiede a tre avvocati i quali le confermano la medesima cosa, ovviamente non ha la minima idea di cosa sia realmente l' Egitto ma penso nessuno possa realmente aspettarsi ciò che accade finche non vive qui e vede con i propri occhi. La donna intesta l'appartamento al compagno, ma vi è anche il suo nome nei documenti, morale la coppia ha discussioni l' uomo la picchia lei decide di lasciarlo prende possesso della sua casa. Il compagno il giorno dopo è entrato in casa buttando giù la porta e l' ha minacciata con un coltello, Xxxxxx ha fatto denuncia l' uomo è stato rilasciato dopo 4 giorni di galera e rientrato in casa ha venduto tutto. L' avvocato che assiste Xxxxxxx non sta facendo nulla a parte richiedere un compenso di euro 1600 a Xxxxxxx garantendo che riavrà la sua casa. Dopo indagini abbiamo scoperto che sono tutti d'accordo, consolati ed ambasciate non vogliono sentire, io ho scritto a tutti i giornali sperando che questa storia sia divulgata o che Xxxxxxx come tante altre donne qui possano avere giustizia.

Oppure

Più ci penso e più penso a quanto sia stata stupida ad infilarmi in una situazione così equivoca, che mi faceva male e che francamente non potevo sopportare.
E poi le differenze, ... come potevo stare con una persona così volgare e arrogante che considera un lavoro procacciarsi donne e succhiare loro i soldi...
Forse bisognerebbe trattarlo per per quello che è: una puttana......e allora io ti pago e pretendo questo e quello patti chiari......come gli uomini fanno con le donne che trovano sul marciapiedi, invece sti' stronzi sanno che le donne non sono come loro, non hanno le loro stesse reazioni meccaniche al sesso, ma hanno bisogno di affetto e allora fingono sentimenti che non hanno per ottenere quello che loro vogliono; solo soldi................sì.....ma fino a quando???


Comunque sono contenta di essermi liberata dalla zecca......
Comunque consiglierei a tutti i malati d'Egitto un mese a Marsa , tra pattume, caldo, scarafaggi , degrado morale e materiale, con un uomo ( uomo? ) che ti racconta balle, ti ruba i soldi, i gioielli, i vestiti, le spille, il mascara, l'ombretto, con la moschea che ti entra in casa a tutte le ore.........e se non passa..........vuol dire che  quello è il loro ambiente naturale ed è giusto che ci stiano... ( Sandra R.)

venerdì 3 agosto 2012

L'Egitto is different! by D.

In Giamaica, a Cuba, in Senegal, Kenia, Capo Verde, Santo Domingo ...
già, ma, e in Egitto?
Come mai in questa lista non compare l'Egitto?
Perchè gli Egiziani sono più creativi. La loro vittima la foggiano in modo tale che duri per sempre. Essa deve resistere alle forze della natura. Come una piramide, masso dopo masso. Piano piano, con pazienza, il tempo è dalla loro parte, sanno aspettare. Fino a che la piramide non è finita non si danno tregua, superando ogni fatica.
Leggete le tecniche più raffinate su GOODBYE HABIBI Edizioni Anordest Autrice Clara Caverzan.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/turismo-sessuale-al-femminile-le-donne-sono-cosi-diverse-dagli-uomini/

Turismo sessuale al femminile
Le donne sono così diverse dagli uomini?

di Marta Serafini
Tags: donne, turismo sessuale

C’è Clara, italiana, sulla quarantina, che sul volo di ritorno dall’Havana sorride, convinta di aver trovato l’amore. E c’è Elizabeth, 50 anni, un lavoro come manager in una multinazionale, che accarezza la schiena nera del suo beach boy sulla sabbia bianca di Zanzibar, consapevole di star pagando per fare sesso e divertirsi un po’. In Giamaica, a Cuba, in Senegal, Kenia, Capo Verde, Santo Domingo. L’elenco delle mete è lungo, basta che il paese sia povero e anche gli uomini si mettono a vendere i loro corpi alle turiste. Fino a una decina di anni fa il turismo sessuale era cosa da uomini. Stigmatizzato, condannato, soprattutto quando si traduce nelle terribili scene in Thailandia, dove vedi ragazzine (e ragazzini) anche di 10 anni costretti a prostituirsi per non morire di fame. Con le organizzazioni governative che lottano disperatamente contro il propagarsi di Hiv e di malattie sessualmente trasmissibili. Per anni abbiamo sentito i racconti di uomini che tornavano da Cuba vantandosi di conquiste, dopo essere stati in compagnia di donne, anche molto giovani, disposte a tutto pur di fare un pasto decente e avere qualche pesos per comprarsi un paio di scarpe. Ora il turismo sessuale piace anche alle donne. Nella maggior parte dei casi non si tratta di giovanissime ma di signore tra i 45 e i 65 anni di età, in vena di trasgressione, oppure alla ricerca dell’amore che non hanno trovato nel loro paese. Tante – troppe, oserei dire – si convincono che nel loro caso non si tratta di prostituzione. “Lui si è innamorato di me, mi tratta come una regina, mi chiama mi amor”, mi ha raccontato Clara sospirando sull’aereo che la riportava a casa da Cuba. “Tornerò e ci sposeremo”. E poco importa se a mi amor arriveranno richieste di soldi, vestiti e oggetti che a Cuba non si trovano. Elizabeth, invece, è più pragmatica: “A Zanzibar i ragazzi non hanno denaro e io cerco solo un po’ di sesso facile senza pensieri, senza complicazioni. Li pago e loro mi danno quello che voglio”, racconta. Ma Elizabeth è un’eccezione. Per la maggior parte delle turiste si tratta di regali, di aiuti, perché “quei ragazzi sono così poveri”. Jacqueline Sanchez Taylor e Julia O’Connell Davidson, due sociologhe inglesi, che hanno analizzato nello specifico il turismo sessuale femminile in Giamaica, intervistando 240 donne in vacanza, hanno scoperto che almeno un terzo di loro, pur ammettendo di aver avuto una relazione con ragazzi del luogo – con regali e cene offerte generosamente -, ha categoricamente escluso di aver pagato dei “prostituiti”. D’altro canto loro, i beach boys, chiamano le turiste “bottiglie di latte da riempire” per il colore chiaro della loro pelle. O, quando vogliono essere gentili, le definiscono Sugar Mamas. Secondo Taylor e Davidson, la ragione per cui le donne riescono a convincersi di non aver pagato è il pregiudizio che gli uomini neri amino fare sesso con chiunque, anche con donne più anziane, e che siano dei grandi amatori. Il pensiero che siano interessate a loro per motivi economici non le sfiora nemmeno. In realtà esistono dei veri e propri tariffari. Un’ora di sesso in Giamaica costa tra i 20 e i 30 dollari, una notte intera 150, compreso il sesso orale. Nemmeno tanto a buon mercato. Con il rischio di trovare pure quello violento che ti allunga due schiaffi, come hanno denunciato molte turiste. E con il rischio di rimanere ferite nell’animo, per quelle che pensavano di trovare il grande amore. A parlare del turismo sessuale come fenomeno è anche Paradise Love, film presentato quest’anno a Cannes. Un’analisi così spietata non la si era vista nemmeno in Verso Sud, di Laurent Cantet con Charlotte Rampling. Ma nel lavoro dell’austriaco Ulrich Seidl la protagonista è una cinquantenne piuttosto appassita, partita per il Kenya alla ricerca di una nuova rivalsa, sul piano sessuale ma anche sentimentale. All’inizio della sua avventura sembra divertirsi, pensa di essere davvero corteggiata. Ma al momento di aprire il portafoglio sembra tutt’altro che felice. Ha detto qualcuno: se proprio si vuole fare sesso a pagamento bisogna ricordare la regola numero uno: preservativo in borsetta. Regola numero due: cuore in frigorifero. La dichiarazione mi lascia un po’ perplessa. E non per tanto per moralismi o per pruderie. Non credo che una donna sia tanto diversa da un uomo nel momento in cui paga qualcuno per avere un rapporto. Non credo alla favola che le donne si vogliono innamorare, mentre gli uomini cercano solo sesso. Credo piuttosto che per le donne sia più difficile ammettere con se stesse di voler dominare un’altra persona. In un interessante articolo comparso su Le Monde Diplomatique, l’antropologo Franck Michel sottolineava come il turismo sessuale abbia trasformato il mondo in un gigantesco luna park per uomini e donne dei paesi sviluppati. “Qui si offrono senzazioni forti e sesso a buon mercato con i poveri del sud del mondo”, spiega ancora Michel. E per quanto riguarda le donne? “Stanno seguendo le orme maschili, ripercorrendo lo stesso schema di potere, dominazione e sopraffazione di stampo coloniale”. E’ difficile credergli: quando vedo un uomo che paga per fare sesso provo fastidio, quando vedo una donna che fa lo stesso provo pena. Ma so che sono esattamente le stessa cosa.
By D.




























domenica 17 giugno 2012

Quando è il cuore a scrivere con coraggio


Quando è il cuore a scrivere con coraggio

È così, finisci di leggere GOODBYE HABIBI di Clara Caverzan e rimani lì commossa, dopo ore di lettura ininterrotta o quasi, con il libro in mano ed il cuore gonfio. Sembra che lei lo abbia scritto per te e non capisci più se Virginia sei tu o è l’eroina di quel romanzo così emblematico, che lascia di sasso, che ti lascia in contraddizione. Eppure hai capito tutto, finalmente hai letto così chiaramente dentro di te, ma ti senti in crisi. Allora riprendi a leggerlo e con la matita sottolinei passaggi great, descrizioni struggenti che cerchi nella memoria e ritrovi in Proust, come quella “ … Bahr, in arabo بحر , mare! E lui è il mare. Ne possiede il movimento, il richiamo, l’indifferenza, il mistero, il tormento forse. Quando nuota è un tutt’uno con l’acqua. Per respirare si gira 180° verso il sole. Regala l’ovale del suo volto, la totalità arcuata del suo torace, la sua ascella allungata, la perfezione del suo braccio che, liscio come un olio, scompare di nuovo sott'acqua. Riappare, mentre gli occhi di Virginia, ormai lo cercano vagando sugli specchi delle onde, lontano, proprio come si cerca un delfino. E come quella di un delfinide, la pelle del suo dorso è così lucida che splende al sole. Nuota come fa l’amore, entra nell’acqua facendone parte, senza scomporla, la muove solo nel ventre. Mentre tutto lì intorno si propaga... ” E  stai trattenendo il respiro. È come prendere consapevolezza della propria vita all’improvviso, scoprendola dentro le pagine di un libro ed il film che ti è passato davanti agli occhi, mentre leggevi così avidamente, è la storia di quel pezzo della tua vita che non riesci ancora a lasciarti dietro le spalle o a strapparti di dosso. Un'avventura dalla quale non sai come ne sei uscita intatta. Quell'innamoramento vero, quello che è follia, quello che tutte sognamo  e che vorremmo si ripetesse. Alcune donne di cui hai sentito parlare o di cui hai letto le confessioni, non ce l'hanno fatta e fanno ancora fatica ad alzarsi al mattino e riprendere in mano la loro vita. Altre in preda all'odio si sono trasferite in Egitto proprio nella stessa città dove lui vive e tutti i giorni gli passano davanti ... si fa, si fa ... e non riesci a crederci. Un tesoro che vuoi custodire dentro di te, perchè la storia che hai vissuto con un  lui, così lontano e così straniero, adesso, in fondo in fondo, un tesoro lo è: in certi momenti non meglio precisati quel bastardo, come lo chiami adesso,  ti aveva fatto sentire VIVA.  

Da facebook:

martedì 7 febbraio 2012

venerdì 27 maggio 2011

Masr A'let - AMR DIAB (Translated) مصر قالت - عمرو دياب



http://rivoluzionando.wordpress.com/2011/05/25/la-seconda-passione/


Ho appena richiuso la porta della mia camera dietro di me. Ho ancora le orecchie tappate a causa di una pressurizzazione inadeguata a bordo dell'aereo che mi ha riportato in Italia dall'Egitto. Sono stata al Cairo una ventina di giorni, un po' per lavoro e un po' per amore. L'amore al Cairo è divenuto più serio oserei dire, come tutto del resto sembra esserlo. Mi sento strana, credo domani succederà qualcosa in Piazza Tahrir, ricomincerà qualcosa d'importante.
Ma io non potrò esserci. Mio padre mi ha detto meno male che sei tornata.
Ho le orecchie tappate e il cuore gia colmo di malinconia. Laggiù ho palpato, col mio respiro anche, quella voglia di non morire in fondo al cuore, di non ritorno a prima della rivoluzione. Quel bisogno che non finisca tutto nella confusione morale e psicologica e sociale e politica generale.
La tristezza degli occhi del mio Habibi, disoccupato da cinque mesi oramai, quasi privo delle convinzioni dei giorni della rivoluzione, ha preso il posto di quel luccicchio delle sue pupille che tanto mi commuovevano anche se dal video di Skipe, mentre io ero in India e lui lì, tra le tende della Piazza ad aiutare, scrivere, dividere i pasti, condividere.
Condividere! Mi è sembrato che gli mancasse quella che era stata una sacra condivisione per un sacro ideale per cui combattere. Mi è sembrato pure che si sia convinto che la strada da percorrere sarà ancora lunga e tortuosa e sempre dannatamente in salita. E ha di nuovo voglia di combattere per il SUO Egitto e domani sarà lì con gli altri e qualcosa succederà.
Auguri mio eroe! Per la prima volta abbiamo parlato seriamente e tu eri finalmente l'uomo che avevo intravisto in te. Felice di non essermi sbagliata my love!

mercoledì 18 maggio 2011

PENSIERO AUGURALE


We will be damned if we every choose to rule again! (please make contributions in US dollars if you please!)


giovedì 17 marzo 2011

The Beatles - All You Need Is Love

LEGGETE QUESTO BELLISSIMO PEZZO DI " RIVOLUZIONANDO "


ABBIAMO SOLO BISOGNO DI AMORE E DI NIENTE ALTRO!


KOLLU TAMEM?
Oggi visita di Hillary Clinton in Tahrir Square al Cairo.
A Dahab, la laguna che molti di noi considerano l’ultimo paradiso rimasto vergine di nostra conoscenza è risultata non essere, come si credeva, parco naturale protetto, ma parte delle proprietà del figlio di Mubarak. Da diversi giorni notiamo segni tracciati da pietre ammassate da parte dei beduini e temiamo l’inizio di una costruzione selvaggia. Spero che abbiamo interpretato male i segni e le notizie.
Kollu tamen? Va tutto bene? Non lo so se va tutto bene perché questa sera mi è arrivato nell’anima lo tsunami del Giappone, e dopo ancora tanti giorni di notiziari ed immagini l’emozione al solito travolge a scoppio ritardato. Mentre nel frattempo, dai Paesi attorno a noi si respirano violenza e morte – una morte che è parte della vita e che da un quadro globale, una volta usciti da tutta questa storia, sarà certamente solo uno dei colori del progresso umano, civile, spirituale e politico, ma che mentre ci sei dentro a volte ti toglie il fiato. Che certe volte si vorrebbe non provare emozioni.
Il blog è dedicato alla rivoluzione nel suo senso lato, di conseguenza mi sento libera di dissertare anche sulle rivoluzioni degli altri Paesi, e su quella della Natura nei confronti del genere umano, che molto probabilmente non se la merita.
Kollu tamem? Sul Bahrein, Il Sole 24 Ore riporta del fallimento dell’esercito saudita venuto a “portare la calma”. Che dolce eufemismo. “Ci sarebbe già un militare morto, circa 5mila sciiti hanno preso d’assalto l’ambasciata saudita, gli iraniani protestano, gli americani non sono contenti e il re del Bahrein ha proclamato tre mesi di stato d’emergenza.” Poi ancora dice: “La tv di stato spiega che il re «ha autorizzato il comandante delle forze di difesa nazionale a prendere tutte le misure necessarie per proteggere la sicurezza del paese e dei suoi cittadini». Il re in sostanza ha dato un ordine a se stesso, essendo lui il capo delle forze armate del Bahrein.” Davvero, mai come in questo momento storico del mondo e in questo momento emotivo di me stessa ho toccato tanto da vicino il filo folle di congiunzione tra la tragedia e l’ironia. Ci sono giorni in Medio Oriente, con le TV puntate sulla catastrofe in Giappone, in cui davvero non sai se sia più intelligente ed esaustivo riportare bollettini drammatici o scrivere un tipo di satira nuova, dal sapore apocalittico, sì, ma che sempre una risata strapperà – e non è poco.
Kollu tamem? “Gli Stati Uniti avevano due grandi alleati nel Medio Oriente arabo: Hosni Mubarak e re Abdullah saudita. Il primo è andato, il secondo si rifiuta di capire cosa gli stia accadendo attorno o forse ha solo il limite generazionale per capire. Quando al Cairo Mubarak stava già cadendo dal piedistallo, alla fine di una telefonata Abdullah aveva chiesto a Barack Obama di permettere al regime egiziano di difendersi con ogni mezzo: anche sparando ai manifestanti.” (Sempre Il Sole 24 Ore di oggi)
Kollu tamem? Marafsh, non lo so. I popoli del mondo lottano per migliorare le loro condizioni umane e sociali, si fanno uccidere per il sogno di un domani migliore per i loro simili e per i loro figli, combattono senz’armi per la libertà, e intanto il tuo vicino di casa fa ribaltare nell’oceano una petroliera o fa esplodere centrali nucleari con la pia ancestrale illusione che tutto sia reversibile. NON CI SONO bandiere di fronte alle questioni ambientali. NON CI SONO razze di fronte alle faccende umane. NON CI SONO nazionalità che tengano di fronte a un genocidio (e ormai da qualche settimana a parte Di Pietro quasi nessuno usa più questa parola, che invece è doverosa per il caso libico).
Kollu tamem? Questa formula con gli egiziani mi ha sempre regalato reazioni alterne negli anni: un’espressione gentile e giocosa, un contatto verbale premuroso che mi solleva l’umore di fronte all’interesse del prossimo, e che in altri momenti un po’ più devastanti mi ha fatta sentire inadeguata, perché non avrei risposto come al solito “tutto bene”, ma avrei più probabilmente cominciato a dissertare sui grandi sistemi dell’universo, e del mio essere qui.
Kollu tamem? Non lo so, andrebbe tutto bene immaginando un mondo nuovo, totalmente affrancato da questi medioevi umani e ambientali. Un mondo di democrazie avanzate, in cui i diritti si espandano fino alla soglia del dovere, dove il dovere sia il confine con il diritto del prossimo. In cui si comprenda intimamente che tutte le risorse naturali rientrano nell’eterno ciclo del dare e avere, e che nessuno ci ha mai messo a disposizione un paradiso in terra perché ne approfittassimo senza nemmeno un grazie, né il rispetto, né la coscienza di tutelarlo. Per raggiungere una realtà diversa, bisognerà, appunto, prima immaginarla. E allora immaginiamo come sarà il mondo per cui abbiamo lottato e il mondo che andiamo a salvare, con rivoluzioni, con petizioni, referendum e con scelte più lucide, senza più rimandare, e senza limiti alla bellezza e all’equilibrio con cui vogliamo immaginarcelo, perché nessuna realtà può nascere se alla sua base non c’è un pensiero, un sogno, una visione.

sabato 5 marzo 2011

I Giganti - Proposta

BENTORNATI IN EGITTO TURISTI!

Habibi revolution


LEGGETE OGNI GIORNO E DIVULGATE

http://rivoluzionando.wordpress.com/ di Sonia Serravalli



BENTORNATI IN EGITTO TURISTI! - TOURISTS WELCOME BACK TO EGYPT!
pubblicata da Sonia Serravalli il giorno martedì 1 marzo 2011 alle ore 11.48
(in Italian and English below)

Buongiorno,
Desidero rivolgermi a voi con questa lettera per rispondere alle tante domande giuntemi sulle condizioni dell’Egitto ora e sulla possibilità di viaggiare qui.
Sono stata al Cairo fino a ieri e da oggi di ritorno a Dahab, dunque ho avuto la possibilità di verificare l’atmosfera generale del Paese. Bene, le mie conclusioni sono queste:
questo è un Paese nuovo. Le persone non sono mai state tanto felici di lavorare quanto ora, perché per la prima volta sentono questa terra come propria. Stanno desiderando ardentemente nuovi visitatori, per servirli con passione e mostrare loro questo nuovo Egitto. L’ospitalità araba non è mai stata tanto sentita come oggi, se ciò è possibile. Ho persino aperto un blog in italiano, che aggiorno dal 25.1 quotidianamente, per raccontare le cose che i mass-media non dicono (http://www.rivoluzionando.wordpress.com/). Sono stata più volte in Tahrir Square e posso garantirvi che non vi sentirete mai tanto benvenuti come in questo momento storico, perché se gli egiziani vi vedono qui, vi ringrazieranno di continuo come han fatto con me. In un momento di crisi, alcuni di loro mi hanno regalato tè, acqua o frutta proibendomi di pagarli. Di conseguenza, non solo vi dico che il Sinai è per voi adesso sicuro al 100%, ma vi consiglio anche di andare a vedere la Piazza Tahrir al Cairo, perché si tratta di un’esperienza storica, commovente e molto umana. E le foto fatte in un frangente del genere rimarranno per sempre con voi nel vostro bagaglio di ricordi di viaggio.
Inoltre, due giorni fa si è svolta una grande festa a Sharm El Sheikh per l’apertura della nuova stagione turistica. Tutto è aperto, frutta e verdura arrivano a Sharm e a Dahab regolarmente, hotel e piscine sono aperti per voi e per i vostri bambini, dallo scorso fine settimana sono arrivati nuovi turisti e aumenteranno in vista della prossima alta stagione (attorno a Pasqua). Tutti i voli stanno riaprendo tra fine febbraio e inizio marzo.
Vi aspettiamo dunque a Dahab per rendere la vostra vacanza indimenticabile – e di nuovo, non scordate di visitare il Cairo e il resto di questo meraviglioso Paese se ne avete la possibilità.
Saluti solari da Dahab,
Sonia Serravalli di www.dahabtravel.eu/it
(per favore diffondete con tag, gruppi, email o altro, grazie)


Good morning,
I want to address you this general letter in order to answer the many questions I'm receiving from Europe about the conditions of Egypt and the possibility to travel here.
I have been in Cairo till yesterday and back in Dahab from today again, so I had the possibility to see the general atmosphere of the country. Well, my conclusion in this:
this is a new country. People were never as happy to work as now, because for the first time they feel this land as theirs. They are craving for visitors to come, they feel like working for them with passion, showing them a new Egypt. Arabs’ hospitality is now even stronger than usual, if this is possible. I've even opened a blog in Italian, updating it every single day since the 25.1 in order to explain home things that the mass-media don't say. I was also in Tahrir Square several times and I can assure to you that you would never feel as welcome as in this historical moment, because if Egyptians see you here, they will thank you all the time as they did with me these days. In a moment of crisis, some of them have even given me tea, water or fruits without wanting any money. As a consequence, I don’t only tell you that Sinai is for you 100% safe, but I also suggest you to go and see Tahrir Square in Cairo, because this is a historical, touchy and very human experience. And the pictures you can take here after the recent revolution will stay in your precious travel memories forever.

Besides, two days ago there was a huge party in Sharm El Sheikh for the opening of a new tourist season.
Everything is open, fruits and vegetables are regularly arriving to Sharm and Dahab, all hotels and pools are open for you and your children, new tourists have arrived from last week-end and they are increasing as we approach the next high season (Easter). All flights are opening again between the end of February and beginning of March.
We wait for you in Dahab to make your holiday unforgettable – and again, don’t forget to visit Cairo and the rest of this marvelous country if you have the chance.
Sunny greetings from Dahab,
Sonia Serravalli from http://www.dahabtravel.eu/
(please widespread with tags, groups, emails or more)

domenica 20 febbraio 2011

IMPORTANTE IMPORTANTE IMPORTANTE AIUTIAMO GLI EGIZIANI A COSTRUIRE IL LORO TANTO AGOGNATO STATO DEMOCRATICO


Cara Ayka,

ti mando questo avviso da divulgare in ogni dove, è importantissimo! Per la traduzione usare google traduttore.

Grazie

Maggy


IMPORTANT: To help Egyptians to build their long-awaited Democratic State


هام هام هام: تبعاً للنظام المتبع حالياً تصدر حالياً ولأخر الشهر الحالي فقط بطاقا...ت الإنتخاب والتي يحق لاصحابها فقط التصويت بأي إنتخابات أو إستفتاءات رسمية. للحصول على البطاقة تذهب لقسم الشرطة التابع له محل سكنك ومعك بطاقة الرقم القومي وصورة منها على أن يكون عمرك على الأقل 18 عاما فيتم إدراج إسمك خلال 10 دقائق لتحصل في مايو أو ابريل القادم على بطاقتك الإنتخابية. نكون مستعدين في حالة عدم تغيير النظام خاصة إن حالياً إلذين معاهم بطاقات إنتخابية أغلبيتهم أتباع الاحزاب العتيقة أو محترفي بيع الأصوات . أرجو النشر هنا وعلى الإيميل والبلاكبيري والتويتر وحث الناس جميعاً على عمل البطاقة الإنتخابية. رجاء حار: لا تضيع صوتك فهو سلاحك الحقيقي وفرصتك للمشاركة وصنع مصر جديدة بإذن الله

sabato 19 febbraio 2011

Flowers and army!

flowers and army


Leggete! Leggete! Leggete!

REPORTAGE DI UNA RIVOLUZIONE
Posted on February 19, 2011 by soniaserravalli
REPORTAGE DI UNA RIVOLUZIONEDa Dahab, EgittoDi Sonia Serravalli (già autrice de “L’oro di Dahab”, 2007)
Mi trovo in Sinai, a una distanza giusta per raccontare – né troppo vicina da essere risucchiata dagli eventi, né troppo lontana perché le notizie più immediate e oggettive non possano raggiungermi. Quindi ho raccontato qui, giorno per giorno, come mi è giunta, la verità dell’Egitto.
Un sogno infiammato dalla scintilla vivente di Mohamed Bouazizi – Tunisia.
NotaQuelle annotate qui non sono informazioni di una giornalista professionista e non si arrogano alcuna pretesa. Però sono notizie scritte “sul campo” da una delle località “minori” dell’Egitto, in cui viviamo in tanti da tutto il mondo – un collage di telegiornali da più lingue, Paesi e racconti diretti della gente locale -, e in quanto tali credo dotate di una veridicità speciale. Il loro carattere è naif e “sporco” in quanto non setacciato da alcun filtro, sentito nel profondo, indipendente ed intimo per sua natura, per chiunque vorrà usufruirne.Data la sequenza cronologica degli eventi e il loro carattere narrativo più che giornalistico, se ne consiglia la lettura integrale nell’ordine temporale reale.Sonia Serravalli, Dahab, Sinai, Egitto

http://rivoluzionando.wordpress.com/

venerdì 11 febbraio 2011

martedì 1 febbraio 2011

BASTA E' BASTA!


Cara Ayka,
come stai? Come state voi habibine? Vi immagino tutte con il fiato sospeso a guardare Al Jazeera: chissà che il vostro habibi non sia in prima fila, fra i dimostranti in Piazza Tahrir a urlare "Mubarak il tuo tempo è finito!"
I miei amici di Alessandria non mi rispondono, né alle mail, né agli sms, né ai tentativi di chiamata. I cellulari sono accesi, ma rimangono non risposti. Cerco di sperare per il meglio. I miei amici europei al Cairo, ieri, sono partiti per Parigi e da lì ognuno prenderà la sua strada, chi per Bruxelles, chi per Lisbona.
I miei amici tunisini stanno bene invece, alhamdulillah!
Scrivo ora qui sotto quella lettera aperta che è rimasta a mezz'aria da un po'. Ma quanto è cambiato per il mondo arabo e per l'Egitto dal nostro ultimo scambio di email!
Con affetto,
D.
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Quasi esattamente un anno fa mi imbattevo per puro caso nel sito di Aykadolly "Ma che amore d'Egitto".
Fu una vera e propria scoperta, mi misi a far scorrere le pagine sullo schermo senza sosta. Uno dopo l'altro scivolavano i post all'indietro. Dai più recenti a quelli scritti prima. Scoprivo che c'erano altre persone, tante persone, nella fattispecie, dai racconti, si capiva che erano tutte donne, che avevano sofferto non poco nel tentativo di farsi una storia con ragazzi egiziani. I tratti comuni alle storie erano molti e talmente ricorrenti da sembrare il copione di qualche commedia o tragedia, holliwoodiana o greca, a seconda dei casi, a seconda della sensibilità delle persone coinvolte.
Scrissi di getto un commento piuttosto elaborato al post "Le charme de Sharm: strage di cuori per gigolo" e Ayka lo pubblicò in un nuovo post a se stante dal titolo "ah, habibi!". Era il 9 dicembre 2009.
Da allora e per i mesi successivi si instaurò un certo dibattito costruttivo con alcune lettrici e con Ayka stessa (spesso con lei attraverso mail private). Ricordo con piacere, e saluto, Dolphin, Maggy e "una mamma", intelligenti e sensibili! Abbiamo scambiato opinioni e pensieri. Poi si intromisero persone più bisognose, alcune delle quali misero in dubbio finanche che io fossi io, che d. fosse l'alter ego di una psicotica che scriveva un commento e poi si dava una risposta da sè. Tristissimo, ma chiudo subito la parentesi che non è certo mia intenzione stuzzicare istinti irrequieti...:)
Con lo scorrere del tempo ho inviato qualche contributo via mail e Ayka lo ha sempre pubblicato, accompagnandolo sempre da una ricerca iconografica attenta e visionaria, e "Ma che amore d'Egitto", anche con i commenti chiusi, ha continuato ad essere un autorevole punto di riferimento per le "deluse d'habibi". Lo ha fatto con spirito, con ironia, a volte con rabbia, perché Ayka ha dedicato e dedica tanto del suo tempo e della sua energia a fare anche un lavoro sporco. The dirty job: assume su di se, con pazienza, e filtra e rifiltra, e passa al setaccio l'espressione dell'angoscia, dei dubbi, del disorientamento che tante ragazze e donne provano quando un amore d'egitto incrocia il loro cammino. Quando tutto è in salita, Ayka non si tira indietro, ti prende in spalla e ti porta su...
Un anno è passato e siamo ad una svolta epocale in Egitto e in tutto il mondo arabo. Quello che è stato non sarà più. E' presto dire ciò che succederà ma si può facilmente affermare che la caduta del faraone è prossima. Lui è il secondo, gli eroici tunisini si sono sporcati le mani prima, alcuni hanno pagato con la loro vita, così come stanno pagando alcuni egiziani.
Le condizioni economiche e sopratutto sociali a breve cambieranno molto in Egitto e in tutto il resto del mondo arabo, il tenore di vita si alzerà e spero che tutti gli arabi potranno godere di un più diffuso benessere, lo stretto cerchio dei corrotti e privilegiati si spezzerà. Una più equa distribuzione dei beni e delle ricchezze significherà maggiori possibilità di impiego per tutti si spera, quindi i nostri habibi non saranno più costretti ad "innamorarsi" in forma seriale dei turisti e delle turiste occidentali, non saranno più costretti ad ingannarli ed ingannarle, a inscenare romantici coinvolgimenti emotivi...
Il vero amore sarà vero amore e l'amore d'egitto sarà soltanto un lontano ricordo. Più relazioni sincere, se davvero dovranno sbocciare, e meno cuori spezzati.
Questo è il mio augurio per le rivoluzioni arabe del 2011, quella tunisina dal romantico nome di Rivoluzione dei Gelsomini, quella egiziana dallo scanzonato nome di Rivoluzione della Molokhia... e tutte le altre che a breve spero avremo la fortuna di testimoniare: quella marocchina, quella siriana, quella giordana, quella yemenita, quella saudita e così via!
Sempre vostro,
d.

sabato 11 dicembre 2010

THE SHARK OF SHARM



Questo magnifico Shark è la carta dorata con la quale Ma che amore D'Egitto ha confezionato il regalino di Natale di rendere FREE i vostri commenti.
AYKA DOLLY

venerdì 10 dicembre 2010

Amore, successo e unione per sempre agli sposi di Albenga da Ma che amore d'Egitto!

legami o legacci

Ciao Ayka,

spero tutto bene.
Conoscevi questa storia?
Alcuni degli articoli sono schifosamente razzisti.
L'Italia è un paese fermo al medioevo.

Ti mando un abbraccio,

D.



Albenga Vescovo sposa un clandestino: ora è un cittadino italiano

È bastato un sì in Chiesa per cancellare di colpo la clandestinità, i mesi di paura, la frustrazione per il fatto di non sposare la donna che, conosciuta in ospedale, amava. È stato il vescovo di Albenga a sposare Amine Mahklou, 28 anni, marocchino di Fez, senza permesso di soggiorno e Milena Lo Manto, 39 anni, albenganese doc, il cui matrimonio (riconosciuto in virtù del Concordato all’anagrafe del Comune di Albenga guidato da una sindaco leghista) ha consentito a lui di uscire dalla clandestinità e divenire cittadino italiano e lei di essere felice per aver rimesso in piedi la sua vita dopo un divorzio difficile. Le vite dei due protagonisti di questa storia sono Milena, che ha una figlia nata da un precedente matrimonio ormai finito e Amine, laureato, cuoco, immigrato clandestino. I due si conoscono in ospedale dove lui viene ricoverato perché trovato svenuto in strada e lei perché voleva dimagrire. Restano in clinica 20 giorni, si frequentano e s’innamorano. Una volta usciti decidono di sposarsi. In un comune leghista votato alla lotta ai clandestini non è facile. Allora decidono di andare dal vescovo Mario Oliveri. Il prelato si deve convincere che Amone vuol sposarsi non per mettersi in regola con la Bossi-Fini ma perché ama davvero Milena. E ci mette un po’. Poi alla fine si convince e chiama l’arciprete che finalmente sposa i due. Pochi giorni dopo Amine e Milane Mahklou vanno in comune e registrano l’atto di matrimonio. A quel punto il sindaco leghista vuole andare a fondo e capire esattamente cosa sia successo. «Se è un modo per aggirare la legge Bossi-Fini non lo so - dice il sindaco - non conosco la coppia, ma indagheremo a fondo». Chi conosce i due sposi è don Berto Musso, arciprete della cattedrale, che ha celebrato il matrimonio. «In queste cose - spiega - andiamo con i piedi di piombo. Personalmente è il primo matrimonio del genere che ho celebrato, in passato abbiamo avuto altre richieste di questo tipo e non le abbiamo accettate».

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Albenga: gabbata la Lega dal matrimonio (regolare) tra un clandestino e una ingauna

di SERGIO BAGNOLI - Ad Albenga un clandestino si sposa in Cattedrale ed aggira il divieto imposto dal ministro leghista.
I fatti si sono svolti ad Albenga, città che dalla scorsa primavera è amministrata dal centrodestra ed il cui Sindaco è la leghista Rosy Guarnieri, siciliana verace, immigrata da Villalba nel nisseno.
Da più di un anno, come è ormai ben noto soprattutto negli ambienti frequentati dagli immigrati, con il Decreto-sicurezza fortemente voluto dal Ministro leghista degli Interni Roberto Maroni (della cui amicizia tra l’altro la Guarnieri si fregia), è vietato ad un clandestino sposarsi in Italia e regolarizzare così la sua permanenza nel nostro paese.
Ora invece ad Albenga si è scoperto un escamotage a cui il legislatore del 2008, ai tempi della conversione in legge del provvedimento fortemente desiderato dal ministro Maroni, non aveva pensato.
A fare da battistrada una coppia mista: lei ingauna di lontane origini siciliane (come la Guarnieri), lui marocchino e, per giunta, clandestino. Amine Makhlou, questo il suo nome, di professione è cuoco ma nel cassetto conserva pure una laurea in economia e commercio conseguita al suo paese.
Tempo addietro, proprio nei giorni della calda estate del 2008 mentre a Roma il governo formato dal Pdl e dalla Lega Nord su impulso del Ministro degli Interni Maroni confezionava il pacchetto-sicurezza che conteneva l’introduzione del reato di clandestinità, conosceva in ospedale ad Albenga, dove entrambi erano ricoverati, Milena Lo Manto, la siculo- ingauna che lo avrebbe impalmato sull’altare.
Dopo poco tempo infatti, colpiti entrambi dai sacri furori dell’amore, i due decidevano di sposarsi, ma non come succede di solito di fronte all’Ufficiale di Stato Civile: Amine e Milena volevano convolare a giuste nozze proprio in Chiesa.
Contattato, il Vescovo della città Monsignor Oliveri, una fama di buon uomo molto aperto alle problematiche dell’immigrazione, dopo un certo periodo di osservazione concedeva il benestare al matrimonio religioso.
Veniva dal Vescovo medesimo incaricato il Parroco della Cattedrale cittadina, Don Umberto Busso, della celebrazione delle nozze secondo il rito canonico-concordatario.
Concordato alla mano, cioè, il matrimonio avrebbe avuto pieno valore anche di fronte alla legge civile italiana e, quindi, l’extra-comunitario clandestino avrebbe acquistato il diritto a risiedere legalmente nel nostro paese, nonostante il decreto Maroni preveda, in capo al clandestino, l’assoluto divieto a contrarre matrimonio valido ai fini civili in Italia.
Il fatto è che, come già nel duemilaotto ebbe argutamente ad osservare il Cardinal Bertone, il Concordato è un Trattato internazionale intercorrente tra due Stati sovrani, Italia e Città del Vaticano, che non può essere modificato per mezzo di un Decreto legge.
Mons. Oliveri, dunque, ha fatto applicare una norma di Diritto internazionale che ha trasformato un clandestino in un soggetto regolarmente residente nel nostro paese.
Makhlou con il certificato di matrimonio concordatario ha infatti richiesto il Permesso di soggiorno e la residenza ad Albenga.
La Guarnieri, che comunque ha sottolineato che “…quei due hanno approfittato del fatto che mi ero appena insediata, altrimenti avrei cercato di bloccare le nozze”, sta schiumando rabbia, gabbata, in quanto leghista, da quel Sant’uomo che è il Vescovo della città da lei amministrata.
Il Comune ha segnalato la cosa al Ministero degli Interni e lo stesso probabilmente sta facendo al Questura di Savona, ma l’impressione è che, senza la revisione del Concordato su quello specifico punto, la norma tanto trionfalmente sbandierata ai quattro venti dalla propaganda leghista potrebbe avere vita non facile.
Ormai il precedente è stato creato.

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Genova, 4 dic. - (Adnkronos) - ''E' stata applicata la legge''. Cosi' il sindaco di Albenga, Rosy Guarnieri (Lega Nord), commenta con l'ADNKRONOS il caso del matrimonio celebrato in chiesa tra una trentanovenne cittadina di Albenga e un ventottenne marocchino non in regola con il permesso di soggiorno.

''L'uomo - spiega il sindaco - lavorava in Italia con un regolare permesso di soggiorno. Quando i due hanno deciso di sposarsi lui non era in possesso del rinnovo del permesso, non so per quale motivo. Quindi l'ufficiale di stato civile non ha accettato la trascrizione della richiesta di matrimonio. Un provvedimento introdotto di recente dal ministro Maroni prevede infatti che per la pratica matrimoniale entrambi gli aspiranti coniugi siano in regola con le norme sulla cittadinanza e sul soggiorno in Italia".

"I due - continua il Sindaco - si sono rivolti alla Chiesa, che non richiede questo adempimento. Hanno seguito l'iter richiesto, corso prematrimoniale e altre pratiche, e sono stati sposati. E' avvenuto nei primi giorni di aprile, poco dopo il mio insediamento. Il matrimonio, naturalmente, in base alla legge, e' valido anche per lo Stato italiano. A questo punto l'ufficiale di stato civile ha registrato l'atto". "Se e' un modo per aggirare la legge Bossi-Fini non lo so - dice ancora il sindaco - non conosco la coppia''. (segue)

04/12/2010
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altre notizie correlate:

giovedì 9 dicembre 2010

INCONTRI

Incontri con il fumettista egiziano Magdy El Shafee

  • data inizio:07/12/2010
  • data fine:10/12/2010
Incontri con il fumettista egiziano  Magdy El Shafee
Da martedì 7 dicembre a venerdì 10 dicembre si terranno in tutta la città una serie di incontri con il fumettista egiziano Magdy El Shafee, che presenterà la sua contestatissima graphic novel Metro.
Il romanzo, censurato in Egitto e ritirato dalle librerie a causa delle immagini in essa contenute, considerate troppo spinte, ripercorre la storia dell'Egitto del XX secolo attraverso i nomi, impressi nelle fermate della metro, degli uomini politici che ne hanno fatto la storia.
Con i suoi taglienti disegni di una Cairo underground, El Shafee dà voce alle ingiustizie e all'oppressione che subisce ogni giorno il popolo egiziano.
Metro sarà prossimamente pubblicato in Italia per Il Sirente.








Di seguito il programma degli incontri:

Martedì 7 dicembre ore 18
Presentazione presso il Caffè Letterario (via Ostiense 95). Intervengono l’autore, l’editore, l’associazione Arabismo e la Prof.ssa Daniela Pioppi, docente di storia dell'Egitto contemporaneo.

Mercoledì 8 dicembre ore 18.30
Presentazione presso la Libreria Griot (via Santa Cecilia 1/a – Trastevere). Intevergono l’autore, l’editore e Khalid Chaouki, Presidente del portale minareti.it.

Giovedì 9 dicembre ore 18
Presentazione presso l’Apollo 11 (via di Conte Verde 51 – Piazza Vittorio). In collaborazione con Un Ponte Per…, letture animate e musicate e proiezione di alcune tavole del fumetto.

Venerdì 10 dicembre ore 11
Presentazione presso la Biblioteca della Camera dei deputati (Via del Seminario 76). Intervengono l’autore, l’editore e l’associazione culturale Averroè.

Venerdì 10 dicembre ore 20
Presentazione con aperitivo presso Oblomov (via Macerata 58 – Pigneto). Intervengono l’autore e l’editore. Sfondo musicale degli Obsoloscenza Programmata.


Per informazioni:
Editrice il Sirente collana Altriarabi
Ufficio Stampa
Chiarastella Campanelli
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