Cara Ayka,
come stai? Come state voi habibine? Vi immagino tutte con il fiato sospeso a guardare Al Jazeera: chissà che il vostro habibi non sia in prima fila, fra i dimostranti in Piazza Tahrir a urlare "Mubarak il tuo tempo è finito!"
I miei amici di Alessandria non mi rispondono, né alle mail, né agli sms, né ai tentativi di chiamata. I cellulari sono accesi, ma rimangono non risposti. Cerco di sperare per il meglio. I miei amici europei al Cairo, ieri, sono partiti per Parigi e da lì ognuno prenderà la sua strada, chi per Bruxelles, chi per Lisbona.
I miei amici tunisini stanno bene invece, alhamdulillah!
Scrivo ora qui sotto quella lettera aperta che è rimasta a mezz'aria da un po'. Ma quanto è cambiato per il mondo arabo e per l'Egitto dal nostro ultimo scambio di email!
Con affetto,
D.
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Quasi esattamente un anno fa mi imbattevo per puro caso nel sito di Aykadolly "Ma che amore d'Egitto".
Fu una vera e propria scoperta, mi misi a far scorrere le pagine sullo schermo senza sosta. Uno dopo l'altro scivolavano i post all'indietro. Dai più recenti a quelli scritti prima. Scoprivo che c'erano altre persone, tante persone, nella fattispecie, dai racconti, si capiva che erano tutte donne, che avevano sofferto non poco nel tentativo di farsi una storia con ragazzi egiziani. I tratti comuni alle storie erano molti e talmente ricorrenti da sembrare il copione di qualche commedia o tragedia, holliwoodiana o greca, a seconda dei casi, a seconda della sensibilità delle persone coinvolte.
Scrissi di getto un commento piuttosto elaborato al post "Le charme de Sharm: strage di cuori per gigolo" e Ayka lo pubblicò in un nuovo post a se stante dal titolo "ah, habibi!". Era il 9 dicembre 2009.
Da allora e per i mesi successivi si instaurò un certo dibattito costruttivo con alcune lettrici e con Ayka stessa (spesso con lei attraverso mail private). Ricordo con piacere, e saluto, Dolphin, Maggy e "una mamma", intelligenti e sensibili! Abbiamo scambiato opinioni e pensieri. Poi si intromisero persone più bisognose, alcune delle quali misero in dubbio finanche che io fossi io, che d. fosse l'alter ego di una psicotica che scriveva un commento e poi si dava una risposta da sè. Tristissimo, ma chiudo subito la parentesi che non è certo mia intenzione stuzzicare istinti irrequieti...:)
Con lo scorrere del tempo ho inviato qualche contributo via mail e Ayka lo ha sempre pubblicato, accompagnandolo sempre da una ricerca iconografica attenta e visionaria, e "Ma che amore d'Egitto", anche con i commenti chiusi, ha continuato ad essere un autorevole punto di riferimento per le "deluse d'habibi". Lo ha fatto con spirito, con ironia, a volte con rabbia, perché Ayka ha dedicato e dedica tanto del suo tempo e della sua energia a fare anche un lavoro sporco. The dirty job: assume su di se, con pazienza, e filtra e rifiltra, e passa al setaccio l'espressione dell'angoscia, dei dubbi, del disorientamento che tante ragazze e donne provano quando un amore d'egitto incrocia il loro cammino. Quando tutto è in salita, Ayka non si tira indietro, ti prende in spalla e ti porta su...
Un anno è passato e siamo ad una svolta epocale in Egitto e in tutto il mondo arabo. Quello che è stato non sarà più. E' presto dire ciò che succederà ma si può facilmente affermare che la caduta del faraone è prossima. Lui è il secondo, gli eroici tunisini si sono sporcati le mani prima, alcuni hanno pagato con la loro vita, così come stanno pagando alcuni egiziani.
Le condizioni economiche e sopratutto sociali a breve cambieranno molto in Egitto e in tutto il resto del mondo arabo, il tenore di vita si alzerà e spero che tutti gli arabi potranno godere di un più diffuso benessere, lo stretto cerchio dei corrotti e privilegiati si spezzerà. Una più equa distribuzione dei beni e delle ricchezze significherà maggiori possibilità di impiego per tutti si spera, quindi i nostri habibi non saranno più costretti ad "innamorarsi" in forma seriale dei turisti e delle turiste occidentali, non saranno più costretti ad ingannarli ed ingannarle, a inscenare romantici coinvolgimenti emotivi...
Il vero amore sarà vero amore e l'amore d'egitto sarà soltanto un lontano ricordo. Più relazioni sincere, se davvero dovranno sbocciare, e meno cuori spezzati.
Questo è il mio augurio per le rivoluzioni arabe del 2011, quella tunisina dal romantico nome di Rivoluzione dei Gelsomini, quella egiziana dallo scanzonato nome di Rivoluzione della Molokhia... e tutte le altre che a breve spero avremo la fortuna di testimoniare: quella marocchina, quella siriana, quella giordana, quella yemenita, quella saudita e così via!
Sempre vostro,
d.