A.A.A. TURISTA DA SPENNARE IN EGITTO CERCASI

A.A.A. TURISTA DA SPENNARE IN EGITTO CERCASI
Avviso importante a tutte le turiste in partenza per l'Egitto: A.A.A.: IN MAR ROSSO RICORDATI DI FARE ATTENZIONE A NON PESTARE IL CORALLO, A NON ENTRARE NELLE MOSCHEE A CAPO SCOPERTO E A BRACCIA E GAMBE IGNUDE E AGLI SHARMUTE - sharmute: gigolò, che si fa mantenere dalle donne. ( Ci spiace, ma nessun risultato "PROSTITUTO" è stato trovato nel VOCABOLARIO ITALIANO).

domenica 24 gennaio 2010

Caro amore, ti scrivo... LA STORIA DI MATHIAS

Caro amore, ti scrivo...
Qualche settimana fa, sotto Natale, ho provato a chiamarti di mattina, non mi hai risposto. Come spesso ancora accade e accadeva a quei tempi. Al solito hai "qualcun altro" e non rispondi al telefono.
Fra noi c'è sempre stata questa cosa di farci gli auguri anche per le feste dei cristiani. Tu sei molto tollerante e di vedute aperte. Nella tua città natale c'è una grande comunità di copti e tante chiese. Un giorno sono persino riuscito a farti indossare la kippà. Ridevi e chiunque ti avrebbe scambiato per un ebreo. Dicevi che gli ebrei non sono cattivi. Dicevi che Sharon era cattivo. Mi dicevi: anta mush yahoud yahoud... Mi piacevi e mi facevi credere che io ti piacessi. Forse per un po'. Per i primi tempi fu così.
Ci conoscemmo verso al fine del mese di Ramadan del 1420, fra il mese di dicembre 1999 e il gennaio 2000 dell'altro calendario. Ero in moschea per l'iftar e tu avevi cucinato per tutti. Tu eri il nuovo cuoco. Tu eri da poco arrivato in questa grigia città del nord Italia. Tu non parlavi neppure una parola di italiano. Io ricominciavo da poco a studiare l'arabo. Scambiammo qualche parola. No, scambiamo qualche sguardo e tanti sorrisi. Scambiammo numero di cellulare.
Poche settimane più tardi ti invitai a casa da me. Un palazzo borghese, del centro storico, dove gli stranieri non sono ben visti. A distanza di qualche anno mi dicesti che quella prima volta, salendo le scale, provavi paura, eri intimorito. Decisi apposta di non aprire la grata dell'ascensore, le portine di legno cigolanti, l'odore di cera. Doveva essere un'ascesa lenta, accedere al mio mondo. Per ragioni diverse entrambi tremavamo un po' nel salire quelle ampie scale. Non sapevi davvero chi fosse, cosa volesse, questo ragazzo italiano che ti invitava a casa sua, con la scusa di imparare l'arabo. Mezz'ora dopo sul letto ci stringevamo, ci baciavamo.
Così cominciò, così andò avanti per i successivi quattro anni.
La prima grande crisi: quando ti presentasti da me, potevano essere le sette di sera, eri stanco, avevi lavorato tanto come tuo solito, con una piccola sacca, c'erano le tue cose. Ci stavi provando, volevi trasferirti a casa mia in pianta stabile. Non ti bastavano più i fine settimana, o qualche notte a caso. Eri stanco di condividere una camera con altri dieci egiziani. Tu eri diverso da loro. Di un altro ceto. Ti guardai sconvolto. Non sapevi nulla di quello che era accaduto. Mi guardavi sorpreso. Non capivi perché. Accesi la tv. Era l'11 settembre 2001. Il tuo volto si illuminò a vedere quelle immagini. Eri divertito. I due grattacieli in fumo. Ridevi come un matto. Ridevi. Pensavi che io pensassi che tu in qualche modo avessi delle colpe in quanto arabo e che per questo ero arrabbiato con te. Non era esattamente così. Comunque scegliesti proprio la giornata sbagliata per cercare di trasferirti da me.
La nostra relazione andò avanti. Liberamente. Ci usavamo a vicenda? Tu mi piacevi, nulla di più. Fra uomini è così. Non si possono fare sogni, promesse, tipo: "ti amo", "sei tutto per me", "ti voglio sposare", "avremo dei figli" e via dicendo... Fra uomini si è più pratici. Per forza di cose. L'onestà, la lealtà, la franchezza però devono esserci anche fra uomini, in una relazione. Io ero in buona fede, lo sono sempre stato con te e per assurdo lo sono ancora. Dopo tutto quello che è stato.
Mi accorsi che mi eri infedele dal tuo vocabolario. Cominciasti a sfoggiare parole di una indicibile volgarità. Tu non potevi capirlo, non potevi rendertene conto che quei "progressi linguistici" che amavi mettere in mostra non potevano essere che il frutto di rapporti molto intimi con personaggi di infima levatura. Espressioni dialettali a volte. Non dissi nulla, in fondo non eravamo propriamente fidanzati. Tu non mi appartenevi e certo neppure io desideravo appartenere a te. Però mi piacevi ancora e questo tu lo sapevi. E te ne approfittavi.
Mi stancai. Più ti integravi con gli italiani, più perdevi la tua gentilezza, i tuoi modi mediorientali, la tua apparente innocenza. Ti facevi gioco di me. Mi deridevi. Il mio candore, la mia trasparenza ti infastidivano. Mi feci forza. Ti mandai finalmente al diavolo.
Per mesi fui io a non rispondere più alle tue chiamate. E quando bussavi alla porta non aprivo. Sapevo che eri tu. Conoscevo i tuoi orari. Il mio palazzo non ti incuteva più timore. Suonavi al citofono dei miei vicini che ti aprivano. Sapevano che quello del quarto piano aveva un amico straniero, si fidavano delle tue buone maniere e del tuo bell'aspetto. Un aspetto distinto. Un bell'uomo. Un bel sorriso. Era ormai il 2004.
Passò tutto il 2005 e buona parte del 2006. Persi tutte le tue tracce. Non ci fu più alcun tuo segno di vita. Né io ti cercai. Pensavo sempre a te però. Mi avevi stregato. Non ebbi più alcuna relazione nel frattempo. Niente di niente. Pensavo sempre e solo a te. Vagheggiavo di te, del tuo fantasma. Vinsi una borsa di studio per studiare l'arabo, scelsi la tua città. Quattro milioni e più di abitanti. Impossibile incontrarti. E poi tu eri ancora in Italia, pensavo.
Settembre 2006. A poche settimane dalla mia partenza, squilla il telefonino. Eri tu. Dicevi che mi amavi. Che nel 2005 eri tornato a casa. Avevi lasciato l'Italia. Come sempre non ti mentii. Te lo spiegai che di lì a poco mi sarei trovato per tre mesi nella tua città. Per studiare arabo all'università. Mi invitasti a stare da te. Senza esitazioni. Dopo tutto quello che in Italia io avevo fatto per te, eri felice di poter ricambiare con la tua ospitalità. Accettai. Dopo aver posto alcune condizioni.
Rivederti nel tuo paese, nella tua città, pareva un sogno. Me lo avevi promesso, quando ancora le cose andavano bene fra noi, che un giorno mi avresti fatto visitare la tua città. Adesso era arrivato il tuo turno. Eri felice di farmi vedere come vivevi tu. La tua casa. Ti piaceva poter parlare di nuovo l'italiano.
Verso le tre del pomeriggio o giù di lì, dopo un tè alla menta, mi dici che sta per rincasare tuo figlio. Non ti credo. Ti è sempre piaciuto fare questi scherzi. Ancora non avevo aperto la valigia che bussano alla porta. Apri ed è il più dolce dei ragazzini che entra, avrà avuto dodici anni. Ti chiama "baba" e chiede chi sono. E' diffidente all'inizio, un amico del papà, che viene dall'Italia e che parla la sua lingua. All'improvviso un ospite a casa. Poco dopo mi dici che stanno per arrivare Amina e Assna, le tue due altre figlie, la maggiore e la più piccola. No. Hai anche un quarto figlio, nato un anno prima. Poco prima del divorzio. Tornato dall'Italia, tua moglie non ti ha più voluto. Credo avesse capito che ti piacevano gli uomini. Un po' troppo più del dovuto. I primi tre figli però sono rimasti a te, questo è il codice della famiglia nel mondo arabo.
E io? Quattro anni insieme e mi tenesti nascosto questo di te. Che eri un marito e un papà. Avevi persino capito che se avessi saputo che eri "una sposata" ti avrei preso a calci nel sedere prima che tu te ne potessi rendere conto. Le cose però ormai erano fatte. Avevo rinunciato alla camera nel pensionato universitario. La mattina dopo, del secondo giorno, i tuoi figli andati a scuola, abbiamo fatto l'amore, sul tappeto. Quando il muezzin ha cominciato a intonare l'adhan, la chiamata alla preghiera, hai detto che dovevamo interrompere, per rispetto. Io e tuo figlio siamo diventati inseparabili. Ti piaceva vederci insieme. Anche se Amr non è stupido, avendo preso dal papà!
Siamo nel 2010 ormai e hai provato a chiamarmi due volte. Non ti ho risposto io, oggi. Ti chiamerò fra poco. Ormai è sera. Sono passati dieci anni. Siamo amici. A modo nostro. Non sono più venuto a trovarti. E tu mi chiedi di farti la lettera d'invito per tornare in Italia. Io occupo un buon posto, tu lo sai, un visto per te lo potrei far rilasciare in giornata. No.
Hai tradito la mia fiducia, mi hai giudicato, mi hai deriso. E' stato difficile perdonarti. Imperdonabile sarebbe ricascarci. Eppure fra poco alzerò il telefono e proverò a chiamarti, è un po' più tardi dove stai tu per via del fuso orario, mi piace salutarti, parlare con tuo figlio che ora deve essere diventato proprio un bel ragazzo, furbo però, come il papà. Salutare Amina la più piccola e Assna che si era presa una bella cotta per me!
Sono passati dieci anni giusti da quel mese di Ramadan. E ancora l'idea di te mi affascina. Il mistero dei tuoi modi, della tua lingua, della tua terra. Spero che avremo un'altra chance. Spero che avremo un'altra vita.
Ma questo non te lo dico mai però.
***
SU RICHIESTA DI MATHIAS, I COMMENTI A QUESTO POST SONO STATI DISATTIVATI.
CHI LO DESIDERA, POTRA' INVIARE IL PROPRIO COMMENTO ALL'INDIRIZZO MAIL DELL'AMMINISTRATRICE DI MA CHE AMORE D'EGITTO
CHE LO GIRERA' ALL'AUTORE DEL POST " Caro amore, ti scrivo..." COME DA ESPRESSA SUA RICHIESTA.
" ... Ti chiedo soltanto, se vorrai concedermelo, nel pubblicare la mia storia sul tuo blog, di non rendere possibili i commenti a questo post, mi farebbe molto male leggere dei commenti idioti riguardanti la mia storia. E' stata una storia strana. Ma è la mia storia. Ho visto che purtroppo per problemi personali alcune frequentatrici e frequentatori del tuo blog esternano solo astio e superficialità. Questo non desidero venga scaricato sulla mia storia. ... ... Se ci saranno reazioni interessanti rispetto alla mia storia fammi sapere. Mathias"

martedì 19 gennaio 2010

MA QUANDO CI RICAPITANO STORIE COSI'? LA STORIA DI PATTY

E se fossi una tra tante ? E se invece lui fosse Different?





E se fossi una tra tante ? E se invece lui fosse Different?

E se fossi una tra tante ? E se invece lui fosse Different?

E se fossi una tra tante ? E se invece lui fosse Different?


Il ragionevole, INTERNAZIONALE E UNIVERSALE dubbio

Premetto (a scanso di equivoci per i commentatori acidi) che non sono una vecchia babbiona in carenza di maschi. Ho 32 anni -ma dimostro qualche anno in meno a detta di tutti- e mi reputo una ragazza carina e intelligente. Non ho mai avuto difficoltà a trovarmi un fidanzato nè ad essere amata. E di sicuro quando sono partita per il Mar Rosso pensavo soltanto alle meravigliose immersioni che mi sarei fatta nella crociera organizzata dal mio diving club, non certo a raccattare sharmute in giro per l'Egitto. Nella mia valigia niente tacchi a spillo e rossetti ma solo attrezzatura sub, bermuda, magliette e un paio di infradito da usare nell'ultimo giorno di shopping a Hurghada, che per i 6 giorni in barca le scarpe sono vietate.
Solo che.
Solo che ovviamente se la mia storia è arrivata su questo blog, ci sarà un Habibi che spunta da qualche parte, giusto?
E il mio habibi è comparso esattamente alle 6 del mattino del primo giorno, per il briefing della prima immersione.
Bello.
Bello come un faraone.
No, proprio figo. Tant'è che il mio primo commento con le altre sub è stato: “uè ma questo quaaaa, non possiamo declassarlo a sollazzatore di femmine invece che a guida subacquea??”.
Zero interesse io per i maschi egiziani! Ne avevo sentite tante di storie con dietro la fregatura! E figurati poi se mi faccio intortare da 'sti arabi, con la concezione che hanno delle donne. IO, che sono emancipata e rampante, con un dottorato, dài! Io, che ho lasciato l'ultimo moroso perchè osava criticare le mie scarpe e interferire con le mie scelte economiche! Puahaha, ma per favore. Questa guida sub qui, sarà pure bello come un dio, ma sotto questo fisico da Anubi di sicuro ci sarà come minimo un puttaniere, o uno che ti vuole spillare il grano...
Poi i giorni lentamente passano. Le immersioni sono da sogno. Mi accorgo che lui fa di tutto per restare solo con me sott'acqua e mostrarmi ogni stella marina. Lui che mi tiene da parte i pezzi di frutta più buoni prima che vengano serviti agli altri. Mi offre le sigarette per poter fumare con me. Mi fa ascoltare le sue canzoni sull'ipod. Io che penso: beh per forza, si sentirà solo, sono l'unica che parla inglese e l'unica che non lo tratta da deficiente sulla barca... e poi ci proverà di default con ogni femmina al di sotto dei 50.
Poi insomma ci parli e scopri che è anche una persona istruita. Che viene da una grande città egiziana, da una famiglia benestante. Che ha studiato in Europa. Che a 27 anni come guida guadagna quasi più di me in Italia come ricercatrice (bella soddisfazione eh?), e quindi perlomeno ti convinci che non sta cercando polle da spennare. Ovviamente tutto quello che mi racconta lo prendo con il beneficio del dubbio e chiedendomi mah! sarà la solita balla per intortare le turiste?. Poi lo conosci di più e scopri che è anche una persona di cuore, che ha lasciato la sua parte di mancia per i ragazzi tuttofare della barca che guadagnano 20 euro la settimana. Che l'ultimo giorno, quando siamo ancorati, porta di nascosto da mangiare ai ragazzi perchè l'armatore non gliene da abbastanza.
E allora che faccio quando mi chiede se mi va di uscire insieme la sera prima di partire, in cui la barca sarebbe tornata in porto?
Voi che avreste fatto? Presumo quello che ho fatto io, ovvero avreste pensato: beh... un manzo così, e quanno me ricapita? Male che vada dopo questa serata torno alla mia solita vita e ho una storia da raccontare alle amiche.
Quella sera mi ha portato fuori a cena. Ha voluto offrire lui. Nessuno dei due è riuscito a finire quello che aveva nel piatto, per l'emozione. Io avevo delle farfallazze nello stomaco che nemmeno Jurassic Park. Mentre siamo a cena mi chiede: “why me?”. Io penso: ehmmm scusa ma in che senso...ma possiedi degli specchi a casa? Ma dico solo: “in che senso?” e lui: “sì.. perchè sei uscita con me? Non ho niente di speciale rispetto a te”. EH?? io: “mmm be' perchè sei un ragazzo carino e gentile e mi piaci... e tu perchè sei qui con me?” E lui: “because I think I love you”
SDENG
“sorry can you say it again??”
“ti amo, perchè sei dolce e carina e in questa settimana orribile, con quella gente che mi ignorava, solo quando parlavo con te stavo bene”RI-SDENG
io: “ehmmm cameriere posso avere un caffè?”
Quindi andiamo in un bar a fumare la shisha. Lui sta male perchè l'armatore lo faceva dormire sul ponte della barca, al freddo, con i suddetti tuttofare, ha mal di gola ma fuma una sigaretta dietro l'altra tenendole tra le sue labbra divine. Parliamo di religione, delle nostre vite, dei nostri ex. Nemmeno per un secondo ho la sensazione di stare con una persona retrograda e che mi metterebbe in secondo piano. E continuo a pensare: ma si sa, questi qua fanno finta, poi ci intortano per portarci a letto, e quando torno a casa tutto finisce e se ne scopa altre 200.
Ora è finita la shisha, finito il carcadè. Momento critico. O torno al porto oppure...ecco.
“vieni da me dai.. domani riparti... dormi da me... giuro che dormiamo e basta!”io che penso: seee te pare che se mi trovo con questo qua solo chiuso in una stanza ci dormo e basta??? E insomma sarà stato l'ormone impazzito. Gli I love you. La magia del momento. La shisha. Ovvio che finiamo a casa sua no?
È lì. Lì che mi ha definitivamente stregato. Nessuno mai, mai nella vita ha fatto l'amore così con me. Con tutti i dubbi e le incertezze che avevo fino a quel momento, e che poi mi sono tornati grossi come case in questi tre mesi in cui ci si sente a stento in chat, con skype, con messenger. Ma in quei momenti ero sicura. Sicura che non c'era altra donna al mondo che lui non avesse mai amato e baciato e abbracciato e toccato e guardato in quel modo. Mi sono sentita trattata come l'essere più importante del mondo.
Sarà una tecnica affinata in anni e anni di scopaggi di turiste? Sarà vero? Ma poi mi chiedo, uno così bello ha bisogno di usare la tecnica degli I love you per portarsi a letto una femmina? Io penso che gliel'avrei data comunque, e come me molte altre :-P
Il giorno dopo prima di partire, in giro per shopping mi sono sentita la più gnocca e invidiata di tutte. Ho visto mandibole di donne europee schiantarsi al suolo al suo passaggio. E lui aveva occhi solo per me. Continuava a ripetermi che mi amava. Che dovevo tornare, che mi avrebbe aspettato. Quello di cui avevo bisogno, era pronto a darmelo. Già sentite queste cose, vero? Ma perchè quando capita alle nostre amiche diamo loro delle allocche e quando succede a noi (o perlomeno mentre ce li troviamo davanti, obnubilate dai loro sguardi calienti e dalle loro ciglia) dobbiamo sempre pensare che my Mohamed is Different?
Di fatto, ci siamo sentiti in tutti questi mesi e lui sostiene che continua ad aspettarmi, che mi ama e che di lui mi posso fidare. Il biglietto per una settimana a febbraio a Hurghada è nella mia agenda. Lui ha già preso in affitto un appartamentino dove potremo stare soli, senza coinquilini tra le scatole, e io sono ancora qui a chiedermi se sia il caso di andare o meno, per evitarmi inutili sofferenze. Se mi ha ridotto così in 24 ore riuscite a immaginare cosa può fare di me in una settimana?
E se poi vuole usarmi solo per rinviare il servizio militare?
E se vuole solo farsi il viaggetto in Italy?
E se fossi una tra tante (mi chiamerete ThistleCORN)?
E se invece lui fosse Different?


E se fossi una tra tante ? E se invece lui fosse Different?
IL RAGIONEVOLE DUBBIO INTERNAZIONALE E UNIVERSALE CHE ACCOMPAGNA OGNI DONNA LUNGO UN PERCORSO AMOROSO ... EGIZIANO, ITALIANO, AMERICANO, BURKINE', ECC. ECC. . LA MAGGIORANZA DEI MATRIMONI NEL MONDO, ANCHE SUPERDATATI, SI SFASCIANO PER UN SMS SIBILLINO CHE ARRIVA INASPETTATO A DIRE A UNO DEI DUE , FINO A QUEL MOMENTO IGNARO E FELICE A MANGIARE PAN D'ORO, sei una fra le tante, indi e per cui come cantava il grande Lucio Battisti
"Lo scopriremo solo vivendo"

domenica 17 gennaio 2010

Ascoltiamo " Salvami"


http://www.youtube.com/watch?v=3NGnA-mI4_Q


“Salvami” il nuovo singolo di Gianna Nannini cantato con Giorgia:

Salvami
mi fa male quando è sincero
Salvami
dimmi almeno che non è vero
Guardami
Passi sbagliati
Angeli
Soli e accerchiati
Parlami
Tu sai la verità
Alzati
ama per sempre
Sbagliati
Non serve a nienteVivere
Se non si dà
Alzati
Nasci ogni volta
Perditi
Sotto il diluvio
Spogliati
Bella così sarai
Guardalo
Ha mani bellissime
Guardalo
E’ puro nell’anima
Smettila
se sai come si fa
Alzati
Ama per sempre
Spogliati
Ridi di niente
Vivere
ci basterà
Alzati
E’ un sentimento
Libero
Vero tormento
Vivilo
Guarda il sole brucia per te, per te, per lui
La bocca trema di passione
Per me, per me
Rivoglio quel suo bacio
senza mai fine
Alzati
Ama per sempre
Sbagliati
Non serve a niente
Vivere
Se non ci si dà
Alzati
Dentro il cielo
E luccica
Spazio infinito e libertà
Che non finirà mai
by Maggy