giovedì 13 marzo 2008
ATTENTE AL GATTO!!!
LA VENERAZIONE DEI GATTI
Fin dall’antichità, il gatto, per gli Egizi era un animale sacro. Nessuno era amato quanto lui e templi e case erano abitati da gatti trattati con ogni cura.
Per ottenere un favore dalla dea Gatta, Bastet, era più che sufficiente offrire del pesce prelibato al proprio micio.
Alla morte i gatti venivano mummificati, esattamente come si faceva per i faraoni e per gli esseri umani, e i loro corpi venivano sepolti in una necropoli destinata a loro.
Durante gli scavi archeologici, vennero rinvenuti milioni di gatti mummificati, prova inconfutabile della venerazione attribuita a questi felini nell'antico Egitto.
Il felino raffigurato con lo scudiscio sulla pietra sta accompagnando delle anatidi al pascolo.
Il felino rappresenta l’idea di uomo e le anatidi l’idea di donna, radicate nella cultura di quella civiltà. Cultura sviluppatasi in quella sottile striscia di terra fertile che si distende lungo le rive del Nilo a partire dalle sue cateratte al confine col Sudan fino allo sbocco nel Mediterraneo, e riconosciuta come entità statale a partire dal 3300 a.C. fino al 31 a.C., quando ci fu la conquista romana e sviluppatasi fino ai giorni nostri con periodi oscuri alternati a periodi di gloria.
Ho scelto quest’immagine perché meglio di qualunque altra può rendere l’idea di uomo e di donna, marcata ancora al giorno d'oggi, nel cervello del maschio e della femmina egiziani.
Innanzitutto l’idea di padrone di branco di femmine tra cui, a piacere, scegliere una preferita; poi l’idea della donna ubbidiente e non pensante, in una parola, schiava.
Lo scudiscio è l’emblema della capacità del maschio egiziano di diventare all’occorrenza violento senza possibilità di appello.
Le anatidi in doppia fila indiana rappresentano il modo in cui il maschio egiziano concede loro il tempo di svago sotto la sua stretta sorveglianza.
Se il gatto rappresenta l’uomo egiziano, possiamo facilmente evincere come sia radicata fin dalle origini una straordinaria ed unica venerazione inconfutabile nei suoi confronti.
Se le anatidi rappresentano la donna in quanto tale, altrettanto facile è dedurne la nulla considerazione.
Fin dall’antichità, il gatto, per gli Egizi era un animale sacro. Nessuno era amato quanto lui e templi e case erano abitati da gatti trattati con ogni cura.
Per ottenere un favore dalla dea Gatta, Bastet, era più che sufficiente offrire del pesce prelibato al proprio micio.
Alla morte i gatti venivano mummificati, esattamente come si faceva per i faraoni e per gli esseri umani, e i loro corpi venivano sepolti in una necropoli destinata a loro.
Durante gli scavi archeologici, vennero rinvenuti milioni di gatti mummificati, prova inconfutabile della venerazione attribuita a questi felini nell'antico Egitto.
Il felino raffigurato con lo scudiscio sulla pietra sta accompagnando delle anatidi al pascolo.
Il felino rappresenta l’idea di uomo e le anatidi l’idea di donna, radicate nella cultura di quella civiltà. Cultura sviluppatasi in quella sottile striscia di terra fertile che si distende lungo le rive del Nilo a partire dalle sue cateratte al confine col Sudan fino allo sbocco nel Mediterraneo, e riconosciuta come entità statale a partire dal 3300 a.C. fino al 31 a.C., quando ci fu la conquista romana e sviluppatasi fino ai giorni nostri con periodi oscuri alternati a periodi di gloria.
Ho scelto quest’immagine perché meglio di qualunque altra può rendere l’idea di uomo e di donna, marcata ancora al giorno d'oggi, nel cervello del maschio e della femmina egiziani.
Innanzitutto l’idea di padrone di branco di femmine tra cui, a piacere, scegliere una preferita; poi l’idea della donna ubbidiente e non pensante, in una parola, schiava.
Lo scudiscio è l’emblema della capacità del maschio egiziano di diventare all’occorrenza violento senza possibilità di appello.
Le anatidi in doppia fila indiana rappresentano il modo in cui il maschio egiziano concede loro il tempo di svago sotto la sua stretta sorveglianza.
Se il gatto rappresenta l’uomo egiziano, possiamo facilmente evincere come sia radicata fin dalle origini una straordinaria ed unica venerazione inconfutabile nei suoi confronti.
Se le anatidi rappresentano la donna in quanto tale, altrettanto facile è dedurne la nulla considerazione.
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in bocca al lupo
RispondiEliminaLa ringrazio per Blog intiresny
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