A.A.A. TURISTA DA SPENNARE IN EGITTO CERCASI

A.A.A. TURISTA DA SPENNARE IN EGITTO CERCASI
Avviso importante a tutte le turiste in partenza per l'Egitto: A.A.A.: IN MAR ROSSO RICORDATI DI FARE ATTENZIONE A NON PESTARE IL CORALLO, A NON ENTRARE NELLE MOSCHEE A CAPO SCOPERTO E A BRACCIA E GAMBE IGNUDE E AGLI SHARMUTE - sharmute: gigolò, che si fa mantenere dalle donne. ( Ci spiace, ma nessun risultato "PROSTITUTO" è stato trovato nel VOCABOLARIO ITALIANO).

sabato 11 dicembre 2010

THE SHARK OF SHARM



Questo magnifico Shark è la carta dorata con la quale Ma che amore D'Egitto ha confezionato il regalino di Natale di rendere FREE i vostri commenti.
AYKA DOLLY

venerdì 10 dicembre 2010

Amore, successo e unione per sempre agli sposi di Albenga da Ma che amore d'Egitto!

legami o legacci

Ciao Ayka,

spero tutto bene.
Conoscevi questa storia?
Alcuni degli articoli sono schifosamente razzisti.
L'Italia è un paese fermo al medioevo.

Ti mando un abbraccio,

D.



Albenga Vescovo sposa un clandestino: ora è un cittadino italiano

È bastato un sì in Chiesa per cancellare di colpo la clandestinità, i mesi di paura, la frustrazione per il fatto di non sposare la donna che, conosciuta in ospedale, amava. È stato il vescovo di Albenga a sposare Amine Mahklou, 28 anni, marocchino di Fez, senza permesso di soggiorno e Milena Lo Manto, 39 anni, albenganese doc, il cui matrimonio (riconosciuto in virtù del Concordato all’anagrafe del Comune di Albenga guidato da una sindaco leghista) ha consentito a lui di uscire dalla clandestinità e divenire cittadino italiano e lei di essere felice per aver rimesso in piedi la sua vita dopo un divorzio difficile. Le vite dei due protagonisti di questa storia sono Milena, che ha una figlia nata da un precedente matrimonio ormai finito e Amine, laureato, cuoco, immigrato clandestino. I due si conoscono in ospedale dove lui viene ricoverato perché trovato svenuto in strada e lei perché voleva dimagrire. Restano in clinica 20 giorni, si frequentano e s’innamorano. Una volta usciti decidono di sposarsi. In un comune leghista votato alla lotta ai clandestini non è facile. Allora decidono di andare dal vescovo Mario Oliveri. Il prelato si deve convincere che Amone vuol sposarsi non per mettersi in regola con la Bossi-Fini ma perché ama davvero Milena. E ci mette un po’. Poi alla fine si convince e chiama l’arciprete che finalmente sposa i due. Pochi giorni dopo Amine e Milane Mahklou vanno in comune e registrano l’atto di matrimonio. A quel punto il sindaco leghista vuole andare a fondo e capire esattamente cosa sia successo. «Se è un modo per aggirare la legge Bossi-Fini non lo so - dice il sindaco - non conosco la coppia, ma indagheremo a fondo». Chi conosce i due sposi è don Berto Musso, arciprete della cattedrale, che ha celebrato il matrimonio. «In queste cose - spiega - andiamo con i piedi di piombo. Personalmente è il primo matrimonio del genere che ho celebrato, in passato abbiamo avuto altre richieste di questo tipo e non le abbiamo accettate».

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Albenga: gabbata la Lega dal matrimonio (regolare) tra un clandestino e una ingauna

di SERGIO BAGNOLI - Ad Albenga un clandestino si sposa in Cattedrale ed aggira il divieto imposto dal ministro leghista.
I fatti si sono svolti ad Albenga, città che dalla scorsa primavera è amministrata dal centrodestra ed il cui Sindaco è la leghista Rosy Guarnieri, siciliana verace, immigrata da Villalba nel nisseno.
Da più di un anno, come è ormai ben noto soprattutto negli ambienti frequentati dagli immigrati, con il Decreto-sicurezza fortemente voluto dal Ministro leghista degli Interni Roberto Maroni (della cui amicizia tra l’altro la Guarnieri si fregia), è vietato ad un clandestino sposarsi in Italia e regolarizzare così la sua permanenza nel nostro paese.
Ora invece ad Albenga si è scoperto un escamotage a cui il legislatore del 2008, ai tempi della conversione in legge del provvedimento fortemente desiderato dal ministro Maroni, non aveva pensato.
A fare da battistrada una coppia mista: lei ingauna di lontane origini siciliane (come la Guarnieri), lui marocchino e, per giunta, clandestino. Amine Makhlou, questo il suo nome, di professione è cuoco ma nel cassetto conserva pure una laurea in economia e commercio conseguita al suo paese.
Tempo addietro, proprio nei giorni della calda estate del 2008 mentre a Roma il governo formato dal Pdl e dalla Lega Nord su impulso del Ministro degli Interni Maroni confezionava il pacchetto-sicurezza che conteneva l’introduzione del reato di clandestinità, conosceva in ospedale ad Albenga, dove entrambi erano ricoverati, Milena Lo Manto, la siculo- ingauna che lo avrebbe impalmato sull’altare.
Dopo poco tempo infatti, colpiti entrambi dai sacri furori dell’amore, i due decidevano di sposarsi, ma non come succede di solito di fronte all’Ufficiale di Stato Civile: Amine e Milena volevano convolare a giuste nozze proprio in Chiesa.
Contattato, il Vescovo della città Monsignor Oliveri, una fama di buon uomo molto aperto alle problematiche dell’immigrazione, dopo un certo periodo di osservazione concedeva il benestare al matrimonio religioso.
Veniva dal Vescovo medesimo incaricato il Parroco della Cattedrale cittadina, Don Umberto Busso, della celebrazione delle nozze secondo il rito canonico-concordatario.
Concordato alla mano, cioè, il matrimonio avrebbe avuto pieno valore anche di fronte alla legge civile italiana e, quindi, l’extra-comunitario clandestino avrebbe acquistato il diritto a risiedere legalmente nel nostro paese, nonostante il decreto Maroni preveda, in capo al clandestino, l’assoluto divieto a contrarre matrimonio valido ai fini civili in Italia.
Il fatto è che, come già nel duemilaotto ebbe argutamente ad osservare il Cardinal Bertone, il Concordato è un Trattato internazionale intercorrente tra due Stati sovrani, Italia e Città del Vaticano, che non può essere modificato per mezzo di un Decreto legge.
Mons. Oliveri, dunque, ha fatto applicare una norma di Diritto internazionale che ha trasformato un clandestino in un soggetto regolarmente residente nel nostro paese.
Makhlou con il certificato di matrimonio concordatario ha infatti richiesto il Permesso di soggiorno e la residenza ad Albenga.
La Guarnieri, che comunque ha sottolineato che “…quei due hanno approfittato del fatto che mi ero appena insediata, altrimenti avrei cercato di bloccare le nozze”, sta schiumando rabbia, gabbata, in quanto leghista, da quel Sant’uomo che è il Vescovo della città da lei amministrata.
Il Comune ha segnalato la cosa al Ministero degli Interni e lo stesso probabilmente sta facendo al Questura di Savona, ma l’impressione è che, senza la revisione del Concordato su quello specifico punto, la norma tanto trionfalmente sbandierata ai quattro venti dalla propaganda leghista potrebbe avere vita non facile.
Ormai il precedente è stato creato.

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Genova, 4 dic. - (Adnkronos) - ''E' stata applicata la legge''. Cosi' il sindaco di Albenga, Rosy Guarnieri (Lega Nord), commenta con l'ADNKRONOS il caso del matrimonio celebrato in chiesa tra una trentanovenne cittadina di Albenga e un ventottenne marocchino non in regola con il permesso di soggiorno.

''L'uomo - spiega il sindaco - lavorava in Italia con un regolare permesso di soggiorno. Quando i due hanno deciso di sposarsi lui non era in possesso del rinnovo del permesso, non so per quale motivo. Quindi l'ufficiale di stato civile non ha accettato la trascrizione della richiesta di matrimonio. Un provvedimento introdotto di recente dal ministro Maroni prevede infatti che per la pratica matrimoniale entrambi gli aspiranti coniugi siano in regola con le norme sulla cittadinanza e sul soggiorno in Italia".

"I due - continua il Sindaco - si sono rivolti alla Chiesa, che non richiede questo adempimento. Hanno seguito l'iter richiesto, corso prematrimoniale e altre pratiche, e sono stati sposati. E' avvenuto nei primi giorni di aprile, poco dopo il mio insediamento. Il matrimonio, naturalmente, in base alla legge, e' valido anche per lo Stato italiano. A questo punto l'ufficiale di stato civile ha registrato l'atto". "Se e' un modo per aggirare la legge Bossi-Fini non lo so - dice ancora il sindaco - non conosco la coppia''. (segue)

04/12/2010
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altre notizie correlate:

giovedì 9 dicembre 2010

INCONTRI

Incontri con il fumettista egiziano Magdy El Shafee

  • data inizio:07/12/2010
  • data fine:10/12/2010
Incontri con il fumettista egiziano  Magdy El Shafee
Da martedì 7 dicembre a venerdì 10 dicembre si terranno in tutta la città una serie di incontri con il fumettista egiziano Magdy El Shafee, che presenterà la sua contestatissima graphic novel Metro.
Il romanzo, censurato in Egitto e ritirato dalle librerie a causa delle immagini in essa contenute, considerate troppo spinte, ripercorre la storia dell'Egitto del XX secolo attraverso i nomi, impressi nelle fermate della metro, degli uomini politici che ne hanno fatto la storia.
Con i suoi taglienti disegni di una Cairo underground, El Shafee dà voce alle ingiustizie e all'oppressione che subisce ogni giorno il popolo egiziano.
Metro sarà prossimamente pubblicato in Italia per Il Sirente.








Di seguito il programma degli incontri:

Martedì 7 dicembre ore 18
Presentazione presso il Caffè Letterario (via Ostiense 95). Intervengono l’autore, l’editore, l’associazione Arabismo e la Prof.ssa Daniela Pioppi, docente di storia dell'Egitto contemporaneo.

Mercoledì 8 dicembre ore 18.30
Presentazione presso la Libreria Griot (via Santa Cecilia 1/a – Trastevere). Intevergono l’autore, l’editore e Khalid Chaouki, Presidente del portale minareti.it.

Giovedì 9 dicembre ore 18
Presentazione presso l’Apollo 11 (via di Conte Verde 51 – Piazza Vittorio). In collaborazione con Un Ponte Per…, letture animate e musicate e proiezione di alcune tavole del fumetto.

Venerdì 10 dicembre ore 11
Presentazione presso la Biblioteca della Camera dei deputati (Via del Seminario 76). Intervengono l’autore, l’editore e l’associazione culturale Averroè.

Venerdì 10 dicembre ore 20
Presentazione con aperitivo presso Oblomov (via Macerata 58 – Pigneto). Intervengono l’autore e l’editore. Sfondo musicale degli Obsoloscenza Programmata.


Per informazioni:
Editrice il Sirente collana Altriarabi
Ufficio Stampa
Chiarastella Campanelli
tel 06 9003452 3393806185
altriarabi@altriarabi.it
il@sirente.it

mercoledì 24 novembre 2010

VI AVVISO, LEGGERETE QUESTO POST COL BATTICUORE, PERCHE', PER CERTI VERSI, AVRETE L'IMPRESSIONE DI LEGGERVI ...


Cara Ayka,
non so se conoscevi già questa storia. Come è noto tra Egitto e Tunisia non c'è che da scegliere in fatto di sharmut o bezness...
A presto,
D.
BEZNESS... OVVERO come fregare le donne occidentali e farla franca
Storia vera di Sabrina SABRINA: "SAND IN DER SEELE" (storia edita nel libro omonimo)
Relazione con un tunisino
Sabrina vive una crisi matrimoniale. Per ritrovare un po' di equilibrio interiore, decide di "staccare" e prendersi un "last minute" al mare. Arriva a Zarzis, in Tunisia, vicino al confine libico. Alla "reception" dell'hotel incontra un uomo, che le cambierà la vita. Incredibile da credere, quest'uomo appena la vede, capisce che lei diventerà sua moglie. Durante due settimane si frequentano e lui non cerca mai di toccarla. Ma alla partenza di lei, Sabrina lo abbraccia. A parte un singolo bacio, fra i due non era successo niente. Lui ha continuato a dirle di essere sicuro di volerla come moglie. E a lei questa cosa è entrata in testa, tanto che alla fine della vacanza lei si era innamorata di lui. Dopodiché Sabrina cerca di dimenticare quest'uomo. Ma dopo due mesi era ancora a Zarzis, fra le sue braccia. Questa volta scoppia la passione, e lei capisce che lui è l'uomo dei suoi sogni. Si separa definitivamente dal marito, e dopo due mesi guida fino in Tunisia con la sua auto, per restare là un paio di mesi. È il paradiso. Dopo un anno si licenzia dal suo posto di Redattrice capo presso la Casa editrice dell'ex-marito, per trasferirsi definitivamente in Tunisia, dove sposerà il suo grande amore. Concretizza anche il sogno di vivere in una casa bianca di fronte al mare. Siccome là non può lavorare, fa costruire anche un appartamento di vacanza, da affittare ai turisti, e vive della sua rendita. Sperimenta la vita orientale genuina, si confronta con la Cultura islamica e in breve tempo si sente proprio "a casa sua". Il fatto di essere costantemente osservata e di non poter muovere "un passo fuori" casa senza essere accompagnata dal marito o da un parente maschile della famiglia, lei lo accetta: le permette di sentirsi protetta" in quel Paese straniero. È quando comincia a frequentare altre donne tedesche, che trova una grande opposizione. Lui cerca di chiuderla in casa, la picchia e le vieta di avere contatti con qualcuno che non sia membro della sua famiglia. Lei comincia a mostrare che ha una volontà, anche dopo che lui la getta fuori di casa, nel cuore della notte, a piedi scalzi, pur sapendo che làffuori è pieno di scorpioni. Lei sale su un cumulo roccioso e rivolge il pensiero ai suoi genitori, e comincia a pregare Dio, così come le avevano insegnato loro. Quando lui capisce, che la volontà di lei è più forte della sua, lui la abbandona. Lui va in Germania per lavorare, e la lascia nel Paese per lei straniero, da sola. Le poche settimane di vacanza all'anno che lui trascorre in Tunisia, le passa maggiormente con la sua famiglia. Siccome Sabrina lo riprende, lui diventa tirannico. Chiede alla sua famiglia di rendere la vita di lei impossibile: cosa che fanno, fino a renderla quasi pazza. Ma lei resiste. Ora lei vagheggia l'idea del divorzio. Si affida alla politica del Presidente Ben Ali e al concetto di parità "uomo-donna" che c'è in quel Paese. Un avvocato le dice, che tutto quello che una donna apporta finanziariamente nel matrimonio, appartiene a lei, e che in quel Paese avrebbe visto riconosciuti i suoi Diritti. Passa ancora un anno prima che lei si decide a fare "il passo". Vola in Germania per parlare di divorzio con il marito tunisino. Lui la prega immensamente di non lasciarlo, ma lo fa solo per continuare ad avere il Permesso di soggiorno in Germania. Sabrina non ne può più. Vuole scappare, e va dalla sorella in Texas, Stati Uniti. Ma riceve la telefonata di un'amica di Zarzis: il marito tunisino è a Zarzis, e sta facendo il possibile per renderle il ritorno in Tunisia impossibile. Sabrina cambia i suoi piani e dopo tre settimane è in Tunisia. Suo marito è nel frattempo tornato in Germania. Mentre era in Tunisia lui ha rubato i Documenti comuni, e ha sparso la voce che aveva "sbattuto lei fuori di casa", perchè era una donna inaffidabile, la quale non sarebbe più tornata in Tunisia, perchè lui aveva predisposto di farle perdere il Diritto di re-ingresso nel Paese. Anche lui si era quindi organizzato per portare a termine il divorzio da lei, ma secondo le sue usanze, e per non "perdere la faccia". Ora comincia il dramma. I familiari di lui le propongono di sposare il fratello, in modo da far restare tutti gli averi in famiglia. Sabrina li insulta. Poi va in Polizia, per riavere i Documenti dell'auto che lui aveva rubato, ma senza successo. Va dall'avvocato migliore della Città, ma si accorge presto che lui lavora, di comune accordo con la famiglia di lui, contro di lei. Un amico tunisino la porta da un'avvocatessa, che non sembra ancora essere stata "comprata" dalla famiglia di lui. Questo fa infuriare la famiglia di lui, che irrompe nella notte in casa di lei, la rimprovera e la malmena. Impaurita, lascia l'appartamento e si rifugia nel garage di amici tedeschi. Riesce a portar via dall'appartamento alcune sue cose, prima che la famiglia di lui faccia cambiare la serratura e metta un sorvegliante di guardia fuori dall'uscio. Sabrina riesce a mettere la sua auto presso gli amici tedeschi, ma non la può più guidare. Le mancano i Documenti per farlo e nel frattempo l'Assicurazione è scaduta. Suo marito intanto la denuncia per aver rubato degli averi dall'appartamento e per il furto dell'auto. Lei viene prelevata dalla Polizia e trattata come una ladra. Il suocero dice che la casa appartiene a loro, e che lei viveva lì in affitto, sebbene Sabrina avesse i certificati bancari che dicevano tutt'altro. Viene chiamata sei volte davanti al Giudice, prima che il divorzio diventi effettivo. Non sa esprimersi in arabo, ma rende chiaro che non rinuncia alle sue Proprietà: colei che redige il Certificato di divorzio però, scrive, in arabo, che lei vi rinuncia. Scopre presto che non solo la sua avvocatessa ma anche la traduttrice "Dolmetscher" sono state "comprate" dalla famiglia di lui. Altri due avvocati, di una Città vicina cercano di aiutarla a recuperare la sua Fortuna, ma senza successo. Sabrina non si dà per vinta: scrive all'Ambasciata tedesca, al Ministro della Giustizia, al Ministro degli Interni e perfino al Presidente Ben Ali in persona. Ma nessuno la aiuta. Solo il quarto avvocato ha pietà di lei. Redige una denuncia contro il suo ex-marito e la famiglia di lui. Dopo altri dodici snervanti incontri in arabo, per assistere ai quali lei deve percorrere 120 chilometri in bus, o in auto, o con amici -i quali nel frattempo vengono pure massicciamente minacciati da lui e dalla sua famiglia-, lei è alla fine delle sue forze. A novembre si tiene l'ultimo incontro in Tribunale. Gli atti vengono chiusi, e la sua Denuncia viene stralciata senza motivi validi. Infuriata raccoglie le sue forze, se la prende con l'avvocato e se ne va. Dopo dieci minuti si trova presso l'avvocato statale. Racconta a lui, in lacrime, tutta la sua storia, e lui le promette di autarla. Ma lei non gli crede più - non crede più a nessuno. Dopo due settimane lei lascia il Paese, senza soldi, scoraggiata e traumatizzata, e inizia a elaborare il suo vissuto, che metterà nel libro "Sand in der Seele".
Testo originale in tedesco:http://wpop1.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=Ay8wO%2Bp%2BWiNo3/KOLZdTbmcEJnpEgdZ75ju2027k9D2aVrg0gOjzY25A3FPfWLjH&Link=http%3A//www.1001geschichte.de/Publikation001.pdf
Community of Interests against Bezness Anton Schweizer
http://www.lisistrata.com/cgi-bin/02lisistrata/index.cgi?action=viewnews&id=406

giovedì 28 ottobre 2010

DISINCANTO E LUCIDITA' DI PENSIERI A RUOTA LIBERA

http://www.youtube.com/watch?v=vl7JJ1TdGZg

Ciao Ayka!
Ho letto l' ultima storia e a prima vista può sembrare, semplicemente, la scoperta di un tradimento , la disillusione e la frantumazione di un sogno.
In realtà c'è molto di più, c'è il fatto che lei per questo amore ha fatto, materialmente e moralmente tutto quanto le era possibile, ma ora si è resa conto che lei era, ed è stata, una grossa opportunità da prendere al volo, (lei o un'altra era uguale),
ma da quello che si capisce lei era perfetta!
Poi la vita fa il suo corso e lui incontra un' altra persona che è esattamente come lui... affamata di soldi e senza scrupoli.
Mi mette molta tristezza questa storia. Purtroppo, credo, molto comune, perché la domanda è sempre quella: "Quanto vali per lui in moneta sonante?"

Ti allego anche una mail che ti avevo scritto quest'estate, che mi riguardava, ma riguarda anche tutte noi.
Ciao Ayka, scusami, ti allego questo mie riflessioni ma tu accantonale e leggile quando rientrerai in Italia, sembrano scontate ma non è vero,
certo sappiamo tutto o pensiamo di sapere tutto,
ma anche se sei andata tante volte in Egitto,
hai letto tutto quanto è possibile, studi la lingua ... non sai niente... sin quando non ti cali nella loro realtà e, nota, in una posizione comunque privilegiata, perché non ti mancano i soldi come mancano a loro, ma vivi il quotidiano, vivi con lui per mesi e parli, parli tanto e, a parte le bugie, viene fuori un altro mondo per noi, abitudini diverse, condizione della donna inaccettabile
, (esempio banale, la donna che sta da sola dietro sul taxi, i suoi amici che quasi non ti salutano, etc)
credo che ormai , dopo tanto tempo, finalmente riesco a valutare la cosa nel suo insieme!
Effettivamente non è una bella sensazione, perché con questa analisi bene o male, pur con tanti distinguo, mi rendo conto che ho valutato la cosa sola dal mio versante, e anche se presentava tanti lati ombra, era più forte l' imperativo di vivere comunque la storia, invece avrei dovuto accantonare il mio desiderio e pensare che nella migliore delle ipotesi poteva essere solo una bella avventura, mentre interessante era l' altro versante, quanto effettivamente valevo come "moneta" per lui.
Sin dall'inizio mi faceva scrivere "quanto ero importante per lui", io non l' avrei mai scritto, ma adesso mi rendo conto che, per prima cosa era ripetuta in un modo ossessivo ed era come un avvertimento, ma ho pensato che non era la sua lingua , e allora non dai molto peso ai termini, invece era esatta, ma non veniva da lui. E a posteriori penso che si, quelle cifre per me non erano così importanti ... ma per lui erano enormi, ... per uno che guadagna 1500 pounds! come può spenderne 5000 in un mese solo di taxi, e così via…
E a parte le differenze culturali, di civiltà etc., penso che con queste disparità, con questo squilibrio economico difficilmente il rapporto è un rapporto sano... l' interesse materiale prevale sempre su tutto, il resto anche se può esistere perde totalmente valore... quando quello che tu spendi in un mese lui lo vede in due anni... quindi il piano prevede sempre la spogliazione della vittima di turno e sperare di fare il colpo della vita.
E poi la gente che lavora in quel settore rappresenta la gente più povera e miserabile dell'Egitto, ma noi stranieri non lo sappiamo o non diamo importanza, se viene dai quartieri cosidetti di m. dal Cairo o di Alessandria o peggio ancora dal sud o medio Egitto...

Quindi,

la prima domanda che una donna deve porsi quando è tentata da una relazione pericolosa è “quanto valgo” , “quanto può estrarmi in "moneta"... purtroppo è la cosa più importante... invece prevale sempre la sindrome romantica e sottovalutiamo enormemente che i soldi per loro sono tutto ...
Lopez

sabato 23 ottobre 2010

CARA AYKA, IO SONO UNA CHE CI HA PROVATO


FINO ALL'ULTIMA RIGA POTREBBE QUASI (QUASI) ESSERE UNA STORIA INTERNAZIONALE O NAZIONALE, TRA UNA DONNA QUALUNQUE ED UN MASCALZONE QUALUNQUE. MA VI INVITO A RIFLETTERE SULLE ULTIME PAROLE...

Cara Ayka,
io sono una che ci ha provato. La nostra storia comincia nel 2004. Il solito: io che parto per le immersioni in Mar Rosso, incontro ed innamoramento a prima vista, passione travolgente, bisogno di prendere delle decisioni. Dapprima cercando di aiutarlo a venire in Italia ma non c’è verso. Poi dopo vari viaggi in Egitto, prendo la grande decisione e mi trasferisco da lui a Sharm. Lui era ed è impiegato alla hall di un Hotel e si diede da fare per trovare una sistemazione anche per me. Con molti sacrifici, anche economici tutti miei, perché lui di suo non aveva niente, neanche il vestito che indossava ed io non volevo e non potevo chiedere aiuto ai miei che si erano sempre opposti alla mia scelta, siamo riusciti a sistemarci e a trovare un appartamento decente e io ad impiegarmi come accompagnatrice dei gruppi dall’aeroporto all’hotel e poi grazie alla mia laurea in ufficio al management del playning. Ci siamo sposati. E risposati in Italia con il rito cattolico anche se lui è musulmano. Mi diceva che era il più grande dono che lui poteva farmi. Poi è nato il nostro bambino che adesso ha tre anni. Sono in attesa del secondo.
Sono al settimo mese e fino ad un mese e mezzo fa, felice pur con i soliti alti e bassi di una coppia mista che lotta ogni giorno affinchè tutto vada per il meglio.
Ma un mese e mezzo fa la scoperta: un cellulare bianco con un orologino contornato di brillantini sul coperchio, che non avevo mai visto, finito chissà come sotto la libreria. Era di lei. Si chiama Irina, Moskva. Sono insieme da due anni e stanno facendo dei progetti. Lui non sa che io l’ho trovato né che ho letto i messaggi e il registro delle chiamate. L’ho riposto dove l’avevo trovato e aspetto.
Caro Isham, penso che una donna come me che ha rinunciato a tutto, alla sua città natale, ai suoi amici, ad una famiglia d’origine benestante, ad un lavoro sicuro, che si è donata in toto a te, che quando ti vedeva sparire, innumerevoli volte, al Cairo dicevi, dalla tua famiglia per i problemi di salute di tuo fratello … e per altri grossissimi problemi del cugino piuttosto che di tua madre , piuttosto che di tuo padre, stava male per loro. Una volta ho perfino raggiunto l’ospedale del Cairo, da te nominato di sfuggita, portando con me nostro figlio di poco più di un anno, perché ti spingesti troppo e mi facesti sentire in colpa per non essere abbastanza vicina ai tuoi famigliari … ma mi ritrovai a passare da un ospedale all’altro, tu introvabile, cellulare spento, e poi mi disse tua madre che era già tutto risolto… misteriosamente risolto e non c'era più nessun operato al cuore, anzi non c'era mai stato, derisa dalle tue sorelle che mi trattarono come una deficiente. Ma ancora non ho saputo perché non ti trovai, neanche a casa dai tuoi che fecero di tutto per farmi ripartire per Sharm. Ora capisco! Erano tuoi complici e i sorrisini delle tue sorelle avevano ben altri significati. Io donna europea dottoressa in informatica che mi facevo gabbare dal loro fratello! Non so ancora dove ti fossi cacciato, perché se te lo chiedo ti arrabbi di brutto. Una donna come me che quando non ce la fece più, si umiliò a chiedere soldi ai propri genitori e poi alle proprie sorelle ( non ti bastavano mai e dai tuoi sms con Irina leggo che con i 2000 euro che aveva mandato mia sorella in aprile 2009 lei si è fatta, o meglio vi siete fatti, una vacanza all inclusive nell’ hotel più lussuoso di Sharm, c'è scritto tutto dentro il cellulare bianco, minuto per minuto, anche il nome dell'avvocato che vi ha sposati con l'orfi; che con molte probabilità i 7000 euro di mio padre sono serviti per l’acquisto di un internet caffè che, se non ho letto male, - scrive malissimo l'inglese, - lei dovrebbe gestire una volta stabilitasi qui a Sharm). Caro Isham, detto questo, penso che una donna come me meriti lealtà. La Lealtà, con la lettera maiuscola.
Io aspetterò, perché aspettare mi è più facile che lasciarti. Almeno per ora. Che cosa aspetto? Di non amarti più, la tua confessione e il tuo pentimento nonché le tue lacrime.
Nel frattempo metterò in salvo i miei figli e me stessa.
Fàatina

Fàatina ha preferito firmarsi con un nome arabo ma io avrei preferito un altro nick. L'avrei sentita più vicina alla soluzione... E poi vorrei cogliere l'occasione per rassicurare quante/i temono che il blog sia morto. Il blog non è morto. Al contrario vive nel sottobosco delle numerose mail che ci scriviamo e negli intrecci di conoscenze ed esperienze già disincantate. Oramai è consolidato " Ma che amore d'Egitto" ha preso questa strada: Il disincanto!
Non tutte si sentono pronte a raccontare fino in fondo la propria storia in un blog: è facile scriverla fino ad un certo punto ma fino alla fine ... beh, bisogna avere i coglioni! E così, dopo essermi consultata, e a lungo, con le persone a me più vicine, ho deciso che non insisterò per la pubblicazione delle vostre storie. Come avete notato a fianco dei post ho riprodotto " Le charme de Sharm: strage di cuori per gigolo " che fungerà da cartello.
Lo ritengo un cartello esaustivo.
Ma il peggio o il meglio non è ancora stato scritto, ed è per questo che, spinta dalla forte emotività che trasuda dalle sue righe, ho pubblicato questa mail di Fàatina, peraltro espressamente da lei richiesta.
Era una mail lunghissima che, su mio suggerimento, è stata " pulita" dalla stessa Fàatina per ovvie ragioni di riferimento / riconoscimento.
L'ho pubblicata anche per dimostrare che non è finita: l'imbarbarimento della falsità dei rapporti cresce, si sviluppa e si specializza. E non solo in Egitto!
Fatto salvo che, ognuno di noi ha il sacrosanto diritto di credere all'amore, se vi trovate innamorate da quelle parti con un progetto di vita a lungo termine o per sempre, tentate un ragionamento sulle ultime parole di Fàatina.
In ogni caso io sono qui: aykadolly@libero.it

mercoledì 15 settembre 2010

CERCASI INFO ABOUT IBRAHIM DISPERATAMENTE!


sportcinofili ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "QUALCUNA LO CONOSCE? Does somebody know him?":

Buona sera a tutte

qualcuno sa darmi info su IBRAHIM

vive ad hurgada, ma lavora anche a marsa alam al pensee azur come responsabile animazione. Castano, capelli corti, occhi scuri, sempre ben vestito e aspetto distinto. Ho anche il cognome ma non so se posso metterlo on line per questioni di privacy

lunedì 9 agosto 2010

E' STATO COME UNA DROGA PER ME MA ORA MI STO DISINTOSSICANDO

foto pubblica concessa da herby62@libero.it

Quseir harbor

Quseir è la cittadina più vecchia e con più storia alle spalle di tutto il Mar Rosso e conserva tutt’oggi un’atmosfera particolare, con antichi palazzi in pietra e decorati con balconi e finestre in legno, piccoli bazaar ed un vivace lungomare. Conosciuta nel passato come “White Harbour”, Quseir fu a lungo il maggior porto del Mar Rosso egiziano e da qui partirono le spedizioni della Regina Hatshepsut alla volta della Terra di Punt. La piccola fortezza ottomana, di cui oggi restano solo pochi resti, si trova nel centro della città di Quseir: costruita nel XVI secolo durante il regno del Sultano Selim per proteggere i collegamenti commerciali con l'India, le truppe di Napoleone la occuparono nel 1799 rendendola più sicura grazie a dei cannoni montati in alto sulle mura. Pochi anni più tardi le forze britanniche scacciarono quelle francesi dopo una feroce battaglia, ma l'apertura del Canale di Suez nel 1869 segnò il declino della fortezza.L’escursione organizzata dagli operatori si effettua in bus e dura solitamente mezza giornata, durante la quale si visita la fortezza e la cittadina e si ha tempo a disposizione per effettuare shopping nei negozi locali.




E' stato come una droga per me ma ora mi sto disintossicando!
Ciao, sono una habibina delle tante.... come ho scoperto da poco purtroppo!
Quest'anno a marzo sono stata in vacanza a Marsa Alam al Badawia - Going e lì ho conosciuto TITO (ma in realtà si chiama Mohamed) fa la guida egiziana residente in villaggio.
All'inizio persona squisita ma che poi si è rivelata un approfittatore!
Ci sono caduta con tutte le scarpe.... lui bello, gentile e sopratutto molto molto carino ed affascinante, ha saputo farmi cadere tra le sue braccia!
Mi aveva talmente abbindolato da farmi ritornare in Egitto dopo 2 mesi, a giugno '10, carica di regali...
Questa volta al Dolphins house - Going per seguirlo, visto che lo avevano spostato.
Ora da quando sono tornata la musica è cambiata!
Non si fa più sentire, è sparito....Che abbia ottenuto quello che voleva?!
Mi hanno detto che su questo sito si è parlato di lui e che è uno stro@#! seriale e che si sceglie le turiste con "precisione chirurgica" purtoppo mi sa che sono una delle tante....
cmq ero curiosa di sapere qualcosa di più...So che ha anche lavorato al Holiday beach a maggio/giungo ed ora dovrebbe essere al Sentido Oriental dream!?
Ringrazio chi volesse mettersi in contatto privatamente con me all'indirizzo
herby62@libero.it
AUTORIZZO LA PUBBLICAZIONE DI QUANTO SOPRA, foto comprese, NEL BLOG MA CHE AMORE D'EGITTO
by herby

Non si fa più sentire, è sparito?
Che abbia ottenuto quello che voleva?
La mia risposta è no, semplicemente vorrà molto di più e il sesso non c'entra.

martedì 3 agosto 2010

HABIBINA D'OLTREOCEANO AL CINEMA!




FILM REVIEW
Cairo Time
Sorely lacking in tension, this Canadian film is little more than a pretty travelogue
Last Updated: Thursday, October 8, 2009 5:53 PM ET Comments7Recommend24
By Lee Ferguson, CBC News
Cairo Time, winner of the Best Canadian Film prize at this year´s Toronto International Film Festival, has many things going for it: exotic locations, gorgeous cinematography, Patricia Clarkson and a script that believes a middle-aged woman´s inner life is compelling fodder for a feature-length film.
The romance in Cairo Time is curiously inert and inconsequential.
But it´s also the kind of movie where tasteful characters move around in tasteful hotel suites while wearing tasteful white linen dress shirts. There´s something a bit sterile about the film - I admire Cairo Time, but I wish I cared about it more.
The story centres on Juliette (Patricia Clarkson), a Canadian magazine editor who arrives in Cairo for a vacation with her diplomat husband, Mark (Tom McCamus), only to learn he´s been waylaid at a refugee camp in Gaza. Mark´s former colleague and friend, Tareq (Alexander Siddig), is a Cairo native and offers his travel-guide services to Juliette before depositing her at her posh hotel.
Toronto writer-director Ruba Nadda works wonders with this opener - Juliette is so jetlagged she resembles an extra from Night of the Living Dead, and after waking from one of many naps, she lies alone in bed, laughing at the zoned-out state she´s in. Her first solo excursions in Cairo are equally disorienting - we see scenes of Juliette standing on a congested street, surrounded by nothing but honking cars and smog, which wordlessly convey the feeling of trying to adjust to the rhythms of a city that´s not your own.
Clarkson, always a live wire, suggests Juliette is a woman who doesn´t believe in down time. She fiddles with her laptop and, in quieter moments, hints of vague dissatisfaction and loneliness flutter across her face. At night on the phone, she tells Mark she´s dreading the thought of attending embassy dinners with the "petroleum wives" she loathes, and jokes that she´ll go crazy if she doesn´t find something to do while in Egypt.
A chance meeting with Tareq at a local café helps her to finally get her bearings. The two embark on a series of day trips, in which cinematographer Luc Montpellier expertly captures all of the hustle and bustle of the Cairo streets - there are plenty of vibrant shots of the colourful hijabs, jewelry stalls and bright green melons that fill up the city´s noisy, bustling marketplaces. There´s a nice grittiness to these scenes of urban Cairo, which are far more interesting than some of the more obvious travelogue moments, like when Juliette goes boating on the Nile.
Though Tareq agreed to act as Juliette´s gentlemanly host out of loyalty to Mark, the two begin to forge a more complicated bond. She´s grateful to have a companion who can explain the local customs (and teach her to smoke a hookah pipe), but one senses the outings mean more to her than that. Somehow, in all of this conversation, Juliette displays parts of herself she can never unveil at home. In turn, Tareq seems genuinely tickled by this woman who will boldly walk into an all-male café and beat him at chess. As Tareq explains, many men in Cairo "believe women´s voices should not be heard at all."
Their budding romance bears more than a passing resemblance to the one depicted in Sofia Coppola´s Lost in Translation. Like that film, Cairo Time is largely concerned with the things that go unsaid - there are a lot of simmering, meaningful glances exchanged in the film´s latter half. I appreciate Nadda´s attempts to make a movie where the emphasis is on subtlety and loaded silences, but the romance in Cairo Time is curiously inert and inconsequential.
A lot of this stems from the film´s uneven script, which is delicate in some moments, far too exposition-heavy in others. Equating Juliette´s name with a certain doomed Shakespearean heroine, or mentioning Mark´s "good heart" near the beginning certainly telegraphs things. Juliette´s status as a diplomat´s wife also undercuts a lot of the tension that might arise from the fish-out-of-water setup.
When a bus riding through a more remote part of Egypt is stopped and searched by heavily armed soldiers, there´s never a doubt Juliette´s passport and UN affiliations will ensure she´s safely back in Cairo by day´s end. Without any real danger in Juliette´s sightseeing and romantic scenes, it´s difficult to feel all that invested in the outcome.
This is a shame, because the two leads give it their all, each bringing some much-needed emotional weight to Cairo Time´s final scenes. Still, viewers are likely to emerge from the movie feeling a bit like road-weary travellers themselves - after the memories of the exotic food, customs and interesting people have faded, mostly they´ll just remember the pretty pyramids.
Cairo Time opens in Toronto and Montreal on Oct. 9, Halifax, Winnipeg, Calgary, Edmonton, Vancouver and Victoria on Oct. 16 and in Ottawa on Oct. 23.
Lee Ferguson writes about the arts for CBCNews.ca.Read more: http://wpop9.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=4bQDSk4snrx/Bai%2BYFioaGpt%2BErCddXaDqeVIICqFHZnX4Iq4tJbg55jgY2Y/rce&Link=http%3A//www.cbc.ca/arts/film/story/2009/10/08/f%2Dcairo%2Dtime%2Dreview.html%23ixzz0v59AVGjR


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http://wpop9.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=4bQDSk4snrx/Bai%2BYFioaGpt%2BErCddXaDqeVIICqFHZnX4Iq4tJbg55jgY2Y/rce&Link=http%3A//www.ctv.ca/servlet/ArticleNews/story/CTVNews/20091008/ENT_cairo_time_review_091009/20091009%3Fhub%3DMovieReviews


'Cairo Time' a masterful look at repressed romance
Repressed passions stir the air in "Cairo Time," Ruba Nadda's sumptuous new tale about two strangers who struggle with attraction.
Actress Patricia Clarkson stirs this illicit pot with electric ease.
Clarkson, Nadda and co-star Alexander Siddig serve up something here that could easily be called a chick flick.
Don't sell "Cairo Time" so short.
There are no flavour-of-the-month faces here. No bonehead story lines, indigestible camp or stale clich?s.
What Clarkson and company do deliver is a finely-drawn, grown-up look at an age-old question: "Should I or shouldn't I?"
Set against the sun-drenched bustle of Cairo's streets, magazine editor Juliette (Clarkson) arrives to join Mark, her Canadian diplomat husband (Tom McCamus).
To her dismay, escalating tensions in Palestinian territories keep Mark stranded in Gaza and Juliette stuck in a hotel waiting for his return.
Nadda wisely keeps the camera on Juliette's resigned face. Slowly and steadily, she hints at something stirring behind Juliette's luminous, cornflower blue eyes as she scans Cairo from the safety of her balcony.
Of course, that deliberate pacing might annoy those who like their action fast and their noise meter cranked way past the decibel on "Transformers 1 or 2."
But, look past this devoted wife's still, 40-something exterior and you intuit a swell of unhappiness churning inside Juliette's head and heart.
Suddenly, the enigma that Juliette is comes careening towards us. Is she happily married? Is her husband having an affair? Is Juliette about to crack?
The subtle subtext that Clarkson plays so well gives this elegant, secretly-sorrowed woman a sense of mystery that rivals Egypt's pyramids.
Whatever is going on inside in her mind, we're stuck to Juliette like white on rice -- much like her husband's former employee, Tareq (Alexander Siddig).
Tired of waiting, Juliette invites this lanky looker to show her Cairo.
Tareq's the perfect gentleman: Kind, attentive and protective, as well, when the local men swarm Juliette at the first sight of her milky skin and long-flaxen hair.
His attraction to the boss' wife, however, is right there in Siddig's big, sea-green orbs.
Ditto for Juliette.
There, amidst those silent walks and intimate meals they share together, the pair's unspoken passion for one another pounds the screen.
Will Juliette stray? Can Mark's honorable friend control himself? The tensions build with nothing more than a stroke of a hand or a lingering look.
Have audiences forgotten how good that can be? Not so judging by the film's reception at the Toronto International Film Festival.
I personally sat in a row filled with men and women of all ages at the film's premiere. They applauded the fact that two ordinary people did a seemingly extraordinary thing by Hollywood's "more is more" standards: They just said no.
It's not a decision that comes easily. In fact, one of "Cairo Time's" most electric moments comes when Tareq takes one bold step towards Juliette in her hotel room. She skittishly recoils, then steps towards him and smiles, "Let's go."
That's not code for "Hey, let's jump into the sack." Not by a long shot.
In an act that signals just how much she feels for this man, Juliette takes Tareq to the pyramids -- a trip she had been saving to share with husband. If that doesn't say I want you, what does?
We never really know if Juliette regrets choosing her marriage over that "over-the-moon" love Tareq awakens her to.
But, in an age where every thought, feeling and body part is out there for everyone to see, Nadda does something daring with "Cairo Time."
She bravely revisits a style of romantic filmmaking that has not been seen since "Brief Encounter," David Lean's 1945 classic. The end result is moving, modern and visually stunning even by Lean's standards.
As for Clarkson, who came to this film after playing a Southern belle-turned-artiste in Woody Allen's comedy, "Whatever Works," Juliette screams to the world that there is no one like her working in Hollywood today.
Once Shakespeare's star-crossed Juliet filled my memory banks. Now Clarkson's Juliette lingers there too - as does "Cairo Time's" welcome reminder that less is more.
by d.

giovedì 17 giugno 2010

http://www.sandmonkey.org/2010/06/13/on-khaled-said/


Non c'è paese che non abbia le sue contraddizioni e non appare corretto scaraventare in un blog notizie così aberranti. Ma è forse meglio tacere?
d. mi scrive: " E' davvero ingiusto, vorrei scrivere una lettera di protesta all'ambasciatore d'Egitto in Italia, e forse lo farò."

On Khaled Said

A few years ago, I saw the french movie "Irréversible" , and like many movie watchers I was subjected to the-now infamous- utterly brutal and inescapable Monica Bellucci 9 minute rape and murder scene. That scene has left me disturbed beyond measure, not just for the extremely violent depiction of such a heinous act, but by knowledge that, as certain as the run rises and the oceans ebb and flow, there is someone in the world, right now, facing a similar and equally brutal death. That at every minute, someone, somewhere in the world, in areas that we don't want to think or know about, someone is about to die, painfully, brutally, and completely without Mercy on the hands of a fellow human being.
What terrifies me isn't the violence; Anyone who has two eyes can see that we are a violent species that is capable of some horrid nightmares.What terrifies me is the feeling of helplessness that those victims must feel before they meet their end. The absolute certainty that someone has the power to end your life, and is doing just that, and there is nothing you can do about it. The Horror of realizing that this one won't pass, that you won't live to see the morning, and that this person- if we can even call them that- sees you as nothing more than an insect that they can crush the life out of it by the heels of their shoes.
This is precisely why I didn't want to know the Story of Khaled Said, a 28 year old Alexandrian man, who got killed on the hands of two policemen a few days ago. And the story is equally disturbing and terrifying in its simplicity: He simply was sitting in a Cyber Cafe, when two policemen walked inside and demanded the ID's of everyone who was sitting there. When he refused to give it to them, they grabbed him, tied him up, dragged him out of the Cafe, took him to a nearby building where for 20 minutes they beat him to death, smashing his head on the handrail of the staircase, while he screamed and begged for his life, and as people around watched helplessly, knowing that if they did something, they would be accused of assaulting a police officer, which would pretty much guarantee them a similar fate. This went on for 20 minutes. Think about that. You are beaten to death, by those who swore to protect you, while the people in your neighborhood watched silently, and as your pleas for mercy fell on deaf ears. 28. Not yet married. Still having the rest of your life ahead of you. No More.
After the police discovered he died, they took the dead body to the Police station, where the Police Officer ordered them to throw it back on the street and call an ambulance, in order not to be held responsibly for him. When his brother- who had the american citizenship- found out, he went and confronted the head of the Police in his neighborhood, who told him that the story isn't true, and that his brother was a known drug offender and that he died from asphyxiation, for swallowing a bag of drugs when the police caught him with it.
This is Khaled before the "Asphyxiation":

This is Khaled after his "Asphyxiation":

Amazing what Asphyxiation does to you these days, no?
When the story went out, and people saw the pictures, they were of course enraged. About a 1000 people gathered after the Friday prayers to protest in front of the police stations, and there are plans to do sit ins and demos this entire week, demanding that people take action, before they become the next Khaled. The Ministery of Interior swiftly responded, by stating that Khaled was a criminal and a womanizer and a drug dealer and responsible for 9/11, and that he died from Asphysxiation, and the picture is simply after his body was diagnosed by the Coroner. And that really, really, we should be glad that such a menace to society at large is not with us anymore.
And of course no one will get punished.
Egypt likes to refer to itself as the land of Security and Safety. Please note that we always put the word Security first. We like to think we are safe, that we are better than those evil western countries, where a woman is raped every 48 seconds or whatever, but we are not. We are not Safe. None of us is. Not n this country, not in this world. Any one of us could lose that spark of life at any minute, and the lucky ones get it quickly and painlessly. The unlucky ones suffer. The really unlucky ones end up like Khaled.
You think about Humanity, and where it is today, and you can't help feeling disgusted at us as species. We are brutal, evil and vile, and very quickly for congratulating ourselves on anything good we do, while we really don;t do that much and we know it. Anxiety is soaking up most people’s days. Everyone had becomepre-occupied with horror. Madness was fluttering everywhere.There are diagramsillustrating all these problems- circles and hexagons and squares. Most troublingwere the fleeting signs that nothing could transform any of this intosomething positive. You couldn’t help being both afraid and fascinated. Hearing about such incidents made you feel that the survival of mankinddidn’t seem very important on the long run. We were doomed. We deservedit.
When they finish those Colonies on the Moon, I will be on the first spaceship out of here. This planet is fucked!
http://wpop4.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=9uc7syDFbLKwZ0DDe1Hv1eeWOciNYBRipWLwaRzBVGkWlbWoFOeQME3Qh97i7zes&Link=http%3A//travellerwithin.blogspot.com/

http://wpop4.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=9uc7syDFbLKwZ0DDe1Hv1eeWOciNYBRipWLwaRzBVGkWlbWoFOeQME3Qh97i7zes&Link=http%3A//travellerwithin.blogspot.com/2010/06/pictures%2Dand%2Dvideos%2Ddemonstration%2Dfor.html

http://wpop4.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=9uc7syDFbLKwZ0DDe1Hv1eeWOciNYBRipWLwaRzBVGkWlbWoFOeQME3Qh97i7zes&Link=http%3A//www.youtube.com/user/TravellerWithin%23p/u

http://wpop4.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=9uc7syDFbLKwZ0DDe1Hv1eeWOciNYBRipWLwaRzBVGkWlbWoFOeQME3Qh97i7zes&Link=http%3A//foreignpolicyanalysis.blogspot.com/2010/06/honte%2Dau%2Dministere%2Dde%2Dlinterieur_15.html

http://www.facebook.com/khaledkilled
http://wpop4.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=9uc7syDFbLKwZ0DDe1Hv1eeWOciNYBRipWLwaRzBVGkWlbWoFOeQME3Qh97i7zes&Link=http%3A//www.masrawy.com/News/Cases/General/2010/june/11/police%2Dviolence.aspx

http://www.masrawy.com/News/Egypt/Politics/2010/june/11/khaled_sidigaber.aspx?ref=moreclip
http://globalvoicesonline.org/2010/06/15/egypt-my-name-was-khaled-and-i-was-not-a-terrorist/
by d.

giovedì 3 giugno 2010

PURO TEATRO


Romain Duris nel dramma Tutti i battiti del mio cuore
Puro Teatro

Igual que en un escenario

finges tu dolor barato

tu drama no es necesario

ya conozco ese teatro.

Fingiendo, que bien te queda el papel

después de todo parece

que esa es tu forma de ser.

Yo confiaba ciegamente

en la fiebre de tus besos

mentiste serenamente

y el telón cayo por eso.

Teatro, lo tuyo es puro teatro

falsedad bien ensayada

estudiado simulacro.

Fue tu mejor actuación

destrozar mi corazóny hoy que me lloras de veras

recuerdo tu simulacro.

Perdona que no te crea

me parece que es teatro.

(Hablado) Y acuerdate que segun tu punto de vista,

yo soy la mala.

Teatro, lo tuyo es puro teatro

falsedad bien ensayada estudiado simulacro.

Fue tu mejor actuación

destrozar mi corazón

y hoy que me lloras de veras

recuerdo tu simulacro.

Perdona que no te creame parece que es teatro

perdona que no te crealo tuyo es puro teatro.

(Autor: Tite Curet Alonso)(Canta: La Lupe)


Puro Teatro
Proprio come su una scena
fingi il tuo dolore a buon mercato
il tuo dramma non è necessario
lo conosco già questo teatro.

Fingere,
ti va a pennello questo ruolo
dopo tutto pare che questo
sia il tuo modo di essere.

Confidavo ciecamente
nella febbre dei tuoi baci
mentisti serenamente
e il sipario cadde per questo.

Teatro, il tuo è puro teatro falsità ben collaudata studiato simulacro.

E' stata la tua migliore recita

strozzare il mio cuore

e oggi che mi rimpiangi per davvero

ricordo la tua pantomima.

Perdonami se non ti credo

mi pare che sia teatro.

(parlato) E ricordati che secondo il tuo punto di vista,io sono la cattiva.

Teatro, il tuo è puro teatro

falsità ben collaudata

studiato simulacro.

E' stata la tua migliore recita

strozzare il mio cuore

e oggi che mi rimpiangi per davvero

ricordo la tua pantomima.

Perdonami se non ti credo

mi pare che sia teatro

perdonami se non ti credo

il tuo è puro teatro.

Testo di: Tite Curet Alonso

by d.

giovedì 29 aprile 2010

La Prima Edizione della SETTIMANA CULTURALE EGIZIANA A MILANO

Youssef Chahine

La Prima Edizione della
SETTIMANA CULTURALE EGIZIANA A MILANO
28 APRILE - 2 MAGGIO 2010
Cinema Gnomo

Sotto l´Alto Patrocinio del Ministero della Cultura della Repubblica Araba d´Egitto, con la Collaborazione dell´ Ufficio Culturale Egiziano, dell´Ufficio del Turismo Egiziano e dell`Accademia d`Arte Egiziana a Roma e con la collaborazione del Comune di Milano, del Gabinetto del Sindaco Ufficio Relazioni Internazionali e dell´Assessorato alla Cultura, Settore Spettacolo e Ufficio Cinema del Comune di Milano, con la collaborazione della Direzione del Settore Biblioteche del Comune di Milano e del Conservatorio di Milano, Il Console Generale d`Egitto a Milano, Sua Eccellenza Amr ABBAS e la sua Consorte Maha ABBAS, Si pregiano di annunciare la Prima Edizione a Milano di una Rassegna Cinematografica dedicata all´Egitto, la cui Cultura Millenaria da sempre affascina.
Presentando una selezione filmografica dell´Egitto dalla metà del secolo scorso ai giorni nostri, si entrerà nel vivo della conoscenza della vita contemporanea di un Egitto Moderno che mantiene alti i valori delle Sue Tradizioni.
Anche i seminari che anticiperanno la proiezione dei film proposti nelle quattro serate avranno la caratteristica di risvegliare nel pubblico quella voglia di ascoltare ancora trame sull´ Egitto Dorato e di stupirlo con spettacoli di un´avanguardia artistica eccezionale.
Ingresso Libero sino ad esaurimento dei posti
Programma:
Giovedì 29 Aprile
Ore 18.30
L´Arte Faraonica di Gamal Meleka

Strabiliante Performance dell´Artista di fama Internazionale Gamal Meleka. Un´inaugurazione stupefacente per un Progetto Culturale che si svilupperà e perfezionerà nel futuro.
Con la partecipazione di Myrna Abbas, Valentina Meleka e Chiara Tropeano.
Saluto alla Cittadinanza di Milano e intervento del Console Generale d´ Egitto Amr Abbas
Ore 19.30
Il ruolo dell´Egitto nella cultura mediterranea moderna e contemporanea

a cura del professore Paolo Branca
Dissertazione letteraria dell´opera del premio Nobel Naguib Mahfuoz
Ore 20.30
Il viale della follia di Naguib Mahfouz (Egitto)
Dopo aver esordito nel romanzo storico, Mahfuz inaugurò il filone narrativo del realismo sociale, ambientando le sue opere nei luoghi più tradizionali del Cairo. Questa pellicola è un esempio del suo nuovo modo di raccontare.
In versione originale (ARABO) sottotitolata in italiano
Venerdì 30 Aprile
Ore 18.30
Luxor chiama Torino - Torino Chiama Luxor
presentazione a cura del Presidente Nicola Tatullo, di un Percorso Culturale iniziato nel 2009 dall´Associazione Culturale Europa che ha sede a Torino con le Autorità di Luxor, a riprova di come il linguaggio internazionale dell´Arte abbia favorito un Progetto Culturale di interscambio fra due località e due Paesi: l´ Italia e l´ Egitto.
Ore 19.30
Il ritorno del figliol prodigo-Awdat Al-Ibn Al-Dal di Youssef Chahine (Egitto)
In versione originale (ARABO) sottotitolata in italiano
Sabato 1 Maggio
Ore 18.30
Oum Kalthoum (1904-1975) : Presentazione della Diva
A cura di Walid Shousha. Una presentazione che trasporterà sulle note delle Melodie della Diva, verso atmosfere soffuse e sofisticate.
Ore 19.30
Ghazal El Banat di Anwar Wagdy (Egitto, 1949)
In versione originale (ARABO) sottotitolata in inglese
Domenica 2 Maggio
Ore 17.00
Uno a Zero-Wahed-Zefr di Kamla Abu Zekry (Egitto, 2009, 105´)
Un ritratto dell´Egitto moderno, un affresco della contemporaneità del Paese dei faraoni e delle piramidi. In "Wahed-sefr (One-zero)" la regista egiziana Kamla Abu Zekry, mentre l´Egitto disputa la finale della Coppa d´Africa contro il Camerun, racchiude le vicende di otto persone che intrecciano le proprie vite, riuscendo, ognuno a modo suo a rappresentare una parte di quella società egiziana contemporanea. La vittoria ad una partita di calcio li unisce.. Il risultato della partita, che dà anche il nome a questo film presentato nella sezione Orizzonti, vede l´Egitto vincere ed è proprio questa vittoria l´unico momento di reale unione dei diversi personaggi. Un film curioso, ironico e interessante sull Egitto presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
In versione originale (ARABO) sottotitolata in italiano


by d.

venerdì 23 aprile 2010

Ma che amore di Tunisia!


Guarda un po' in cosa mi sono imbattuto...! http://beznessa.blogspot.com/

Praticamente la versione tunisina degli amori d'egitto. Lo scrive una ragazza di Parigi, che forse si è scottata, e che ora attua la sua rivincita con elegante ironia.
E' la storia del primo soggiorno al villaggio turistico...

In Tunisia gli sharmut si chiamano "bezness" in quanto fanno gli affari con le turiste (e con i turisti).

d.



Il était une fois, une belle histoire...

Il était une fois, une belle histoire...,
Les contraires s'attirent, c'est ce qu'on dit non ?,
Ou encore, qui se ressemble s'assemble.,
Et vous qu'en pensez vous ?,

J'avais envie, de vous résumer une histoire type entre la gentille touriste naïve et généreuse et le bezness., - à prendre au second degré quand même, toute ressemblance avec des personnes existantes ou ayant existé ne saurait être que fortuite, cette petite histoire récapitule un mode opératoire général et très répandu -,

1er séjour : Elle vient découvrir ce beau pays qu'est la Tunisie, les photos qu'elle a vu lui ont donné l'eau à la bouche, les merveilleuses couleurs des marchés aux épices, la lumière enivrante du désert, les ruelles du souk qui serpentent telles les courbes délicieuses d'une danseuse orientale, le tout baigné d'une chaleur qui vous enveloppe et endort vos sens.,

Elle rentre à l'hôtel, le cœur léger, les jambes endolories, et prend une douche pour se revigorer corps et esprit. Elle a hâte d'aller diner, car elle apercevra à nouveau [entrer ici un nom masculin], ce serveur dont elle a surpris les œillades ces derniers jours. Plutôt bien fait de sa personne.,

Au restaurant [entrer ici un nom masculin] lui porte une attention toute particulière, cela fait maintenant 4 jours qu'ils se cherchent, il semble bien trop réservée, mais elle n'ose pas faire le premier pas. En lui resservant un peu d'eau, il lui glisse subrepticement, "vous êtes très belle ce soir".,

Le lendemain, il l'invitera à boire un café en dehors de l'hôtel, ce qu'elle acceptera., Elle reste sur ses gardes cependant, elle ne sait que trop bien que quoi qu'il arrive, ce ne sera que passager, le temps des vacances., Mains qui s'effleurent, sourires, regardes pétillants, lèvres avides, baisers suaves, corps entremêlés..., Il est sous le charme, l'appelle "ma chérie", "mon cœur", "mon bébé", et il lui fait découvrir une autre facette de la région, les gargotes enfumées où les rires se mêlent aux sons rythmés émanant de la télévision, les pistes ensablées au petit trot, une virée en scooter, le thé traditionnel chez ses parents..,

Et les vapeurs de la passion lui font tourner la tête, la fin du séjour approche, il sera bientôt temps de se dire adieu, mais le peut-elle encore, elle qui a trouvé chaussure à son pied ?,

Échanges de numéros de téléphone, d'email et d'adresse "promis, tu m'écriras hein ?" lui demande-t-elle., Encore des étreintes avant de s'engouffrer dans le taxi jaune branlant, et de voir sa silhouette s'éloigner encore et toujours plus, jusqu'à ce qu'il ne soit plus qu'un petit point grisâtre dans l'immensité du paysage, alors que les formes imposantes de l'aéroport se rapprochent, et avec elles, les promesses de mauvais temps, de solitude, et d'une seule envie, Repartir.


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http://beznessa1.blogspot.com/search?updated-min=2009-01-01T00%3A00%3A00-08%3A00&updated-max=2010-01-01T00%3A00%3A00-08%3A00&max-results=20
http://beznessa1.blogspot.com/2010/03/du-reve-au-cauchemard.html http://beznessa1.blogspot.com/2010/03/il-etait-une-fois-une-belle-histoire.html
http://beznessa1.blogspot.com/2010/03/cherie-tu-veux-manger-quoi-ce-soir-tas.html#comments http://beznessa1.blogspot.com/2010/03/le-service-militaire.html http://beznessa1.blogspot.com/2009/09/le-portable-water-proof.html http://beznessa1.blogspot.com/2009/09/la-geniale-idee-le-bip.html

martedì 13 aprile 2010

EGITTO: ARRESTATO EDITORE LIBRO SU ELBARADEI, SEQUESTRATE COPIE

http://www.bluewin.ch/it/index.php/564,262455/Egitto__rilasciato_dopo_24_ore_editore_libro_su_El_Baradei/it/news/estero/sda/09:25 05/04/10
Egitto: rilasciato dopo 24 ore editore libro su El Baradei
L'editore di un'opera che fa l'elogio di Mohamed El Baradei, diventato ultimamente l'oppositore più in vista in Egitto, è stato rilasciato ieri a più di 24 ore dal suo arresto. Lo ha riferito un responsabile dei servizi di sicurezza, senza peraltro precisare quali fossero le ragioni dell'arresto.
Pubblicità

Ahmed Mahanna, che dirige la casa editrice Dawin, era stato arrestato all'atto di una perquisizione nel suo domicilio. Secondo la rete araba per l'informazione sui diritti umani, l'Organizzazione non governativa che ha annunciato il suo arresto, l'editore "ha pubblicato il libro su El Baradei più di una settimana fa". "La polizia ha sequestrato copie del libro e il suo computer", aveva precisato ieri Gamal Eid, capo della Ong.
Diventato l'oppositore di cui più si parla nel paese nord-africano, El Baradei, 67 anni, ex capo dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea), si è impegnato per una democratizzazione del regime egiziano. Si è detto pronto a presentarsi alle presidenziali, a condizione che il voto sia libero ed esente da brogli e che la Costituzione sia riformata per togliere le restrizioni che pesano sui candidati.
Il presidente Hosni Mubarak, al potere dal 1981, non ha ancora detto se conta di presentarsi per un quinto mandato. A quasi 82 anni, ha da poco subito un intervento chirurgico che ha rilanciato le speculazioni sulla sua permanenza al potere. (ats)


EGITTO: ARRESTATO L'EDITORE DEL LIBRO SU ELBARADEI, SEQUESTRATE TUTTE LE COPIE
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(AGI) - Il Cairo, 3 apr.

- La polizia egiziana ha arrestato un editore che nei giorni scorsi aveva pubblicato un libro su Mohamed ElBaradei, l'ex capo dell'Aiea tornato in patria per sfidare alle prossime elezioni presidenziali il potere di Hosni Mubarak. A riferire dell'arresto di Ahmed Mahanna, a capo della casa editrice , e' stato Gamal Eid, responsabile di un gruppo di monitoraggio dei diritti umani: "Piu' di una settimana fa aveva pubblicato un libro su ElBaradei. La polizia ha sequestrato le copie del libro e il suo personal computer". Proprio ieri ElBaradei aveva cominciato quello che a molti osservatori e' apparso un viaggio attraverso il paese, per raccogliere consenso intorno alla propria proposta di "cambiamento" e consentirgli di candidarsi con successo alle presidenziali del prossimo anno. ElBaradei era stato salutato da centinaia di sostenitori a Mansura, nella regione del Delta del Nilo, dove si era recato a visitare un centro per i trapianti e poi a pregare nella moschea di al Nour. Si e' trattato della sua prima apparizione in pubblico dal febbraio scorso, quando fu accolto da centinaia di persone all'aeroporto del Cairo, appena rientrato in patria dopo dodici anni di carriera ai piu' alti livelli della diplomazia internazionale. Su Facebook e' stato aperto un gruppo di sostegno al diplomatico 67enne. ElBaradei, ieri, non ha tenuto un discorso pubblico, ma alla Reuters ha detto: "Cio' che vediamo oggi e' scritto sui muri: gli egiziani chiedono il cambiamento e cio' distrugge la leggenda secondo cui questo movimento e' elitario o solo virtuale su Internet". L'ex direttore generale dell'Aiea, premio Nobel per la pace, ha fatto sapere di recente che guidera' una coalizione di formazioni dell'opposizione. Circa 30 parlamentari dell'opposizione hanno chiesto a ElBaradei di guidare un nuovo partito, la "National Coalition for Change", che si presentera' gia' alle legislative di quest'anno: a giugno le elezioni per la Camera alta (Consiglio della Shura) e a novembre per la bassa (Assemblea del popolo). Poi arriveranno le presidenziali alle quali l'uomo piu' temuto dal presidente Hosni Mubarak, che per la carica sta preoparando il figlio Gamal, partecipera' se, ha detto ElBaradei in passato, saranno "giuste" e "aperte". La costituzione, infatti, ammette solo i candidati segnalati dal Parlamento e dai consigli municipali, tutte istituzioni in cui domina incontrastato il Partito democratico nazionale di Mubarak.(AGI)

lunedì 12 aprile 2010

SEGNI PARTICOLARI: BELLISSIMA!


Segni particolari: bellissima.

La chiameremo O., è una habiba; lui K., animatore di villaggio turistico è il suo habibi, nessun bisogno di specificarlo. Si sono conosciuti sette mesi fa, ieri sposi, oggi marito e moglie, secondo il rito islamico e dopo le molte fatiche per ottenere tutte le indispensabili carte. Le amministrazioni pubbliche sono indifferenti all'amore e per legge dovrebbero essere imparziali. Ma le Cancellerie dei consolati la sanno lunga sul fiorire di queste rose...

Diremo che O. è francese, forte e sicura di sè; dolce e infinitamente fragile allo stesso tempo. Dice che stava scritto, non poteva essere che così, i suoi amici nella città natale sono già quasi tutti arabi, da questa cultura si è sempre sentita attratta e l'arabo parlato lo parlicchia da un po' di anni ormai.

Vedo le sue cose ordinatamente posate sul dorso di una sedia, tremendamente chic: una giacchettina, una cannottierina ricamata di colore beige, un reggiseno sopra tutto, ai piedi della sedia un paio di scarpe col tacco alto. French chic!

K. lo conobbi casualmente quattro anni fa, in un caffè storico della medina, quando ancora non faceva l'animatore, quando a dire il vero ancora di stranieri ne aveva conosciuti ben pochi. Divenni ben presto più amico della sua intera famiglia che non di lui, e infatti negli anni a venire la sua famiglia la frequentai anche quando lui era assente, a lavorare nei villaggi turistici per l'appunto!

Mi ha invitato a questo suo matrimonio con un sms; ho accettato subito, non sapendo se la fortunata fosse la medesima che vidi in foto qualche anno fa o una più fresca conquista. Sua madre mi dice di no (non si tratta di quella che mi mostrò in foto), e che ce ne sono state altre nel frattempo, tutte straniere naturalmente, ma di non dire niente a O. che è molto gelosa.

La prima condizione che O. ha posto è stata FINE al mestiere di animatore turistico e fine ai contatti con le straniere.

A me O. è piaciuta da subito, bellissima dentro e fuori, i tratti fini, lo sguardo profondo e intelligente. Lei invece con me ha avuto qualche riserva. L'amico italiano del suo habibi che si fa quattromila chilometri per un matrimonio non la convinceva. Lei sa come gira il mondo, sa che a volte i ragazzi sono biricchini... Ci scherza su e discretamente, ma per ben due volte, indaga con K. e con me sul come e sul dove ci si conobbe. Un po' sorniona fa capire che se antica storia vi fu la cosa non la infastidisce più di tanto; anzi la diverte un po': il suo habibi così macho con un altro ragazzo... passi. Verità è che fra me e K. non vi fu proprio mai un bel nulla. Rassicurata O. è aperta e gentile. Con K. ha un piglio fermo, lo tiene certo a bada, ora che è sua moglie. Lui a me non è sembrato sincero, opportunista, per ora ancora si trattiene ché i documenti per l'espatrio non sono pronti. Il matrimonio lo ha fatto O., l'iniziativa l'ha presa lei, lo sbattimento è stato tutto suo a quanto vedo.

Lui continua la sua recita. A volte inconsciente; a volte ingenuo; a volte farabutto.

Mi auguro che tutto andrà bene fra loro, una volta in Europa, i piedi per terra, le difficoltà del quotidiano, la monotonia.

Ma lei è forte e così come lo ha fatto, questo matrimonio spero potrà disfarlo se lui non si dimostrerà all'altezza di meritarla, per adesso i disegni all'henné sulle sue mani ci fanno ancora sognare.

by d.
Pubblico a coronamento e a onor di cronaca anche questo pezzo trovato nel web anche se devo dire: " Non mi piace."
Gen 1020
Verso il sud: le divorziate ad Haiti e Hammamet
Pubblicato da Paolo della Sala alle 15:25 in
Cronaca
http://lapulcedivoltaire.blogosfere.it/2010/01/verso-il-sud-le-divorziate-ad-haiti-e-hammamet.html
Verso il sud (Vers le Sud) è un film di Laurent Cantet con Charlotte Rampling. Vi si descrive la storia di tre donne di mezza età, reduci da matrimoni, vita vissuta etc., che si dirigono verso la Haiti del dittatore Duvalier per trovare l'amore di gigolò locali. Sullo sfondo la vita, le miserie e la storia di Haiti.
Una storia simile si ritrova sul Secolo XIX di oggi, ad Hammamet, Tunisia, la città di Craxi. Ma al di là delle vicende del leader socialista, ancor oggi Hammamet è meta di pellegrinaggi continui, non da parte di nostalgici craxiani, ma da parte di signore italiane di una certa età, che qui vengono a cercare i brividi di un amore che in Italia non possono trovare con quella liberalità. Un gigolò locale accoglie la signora, passa con lei due week end al mese, ospite nell'hotel. Non circola denaro, sembra, ma solo ricchi doni. Una storia di due dissoluzioni, come sostiene la sociologa Gianna Schelotto, oppure una storia di giorni vuoti con una via di fuga nell'amore disperato, bello e impossibile?
Ho ascoltato di recente le storie di un allegro gruppo di vedovelle e divorzielle, da un amico di famiglia che convive con una di queste signore, in Italia.
Lei è tedesca, vedova di un ricco commerciante italiano. Si era risposata ma rimase di nuovo vedova. Ora è piena di soldi, convive con l'amico di cui dicevo, ma vuole "essere libera". Così ha preso ad andare a Marbella, dove si è comprata una villetta, per un po' di eurotalleri. Lì ha conosciuto la vedovella di uno dei maggiori medici tedeschi, e la divorziella di uno dei massimi proprietari di negozi di Londra. Lei è ricca, ma le altre sono ultrastraricche, libere, e ancora bellocce. Le tre se la passano piuttosto bene, se ne vanno in giro in Bentley o in Bmw Z4, girano il mondo, sorseggiano drink, prendono il sole, prendono massaggi. E chi glielo fa fare di restare dentro a una storia?
Anche Hammamet si sta adeguando al Marbella style. Mentre il sindaco si incazza per la dilapidazione della morale coranica (o non coranica), un paio di tour operator italiani, romagnoli (zona di expertise sessualturistica) e baresi starebbero sfruttando il "pacchetto turistico femminino", contribuendo alla trasformazione di Hammamet in un trombificio all inclusive.
E' la società che cambia, bellezze.
Di seguito un mio appunto al riguardo, di qualche giorno fa:TREND, QUATTREND, END
Di questo passo ci saranno più divorzi che matrimoni, e già ora ci sono 2,3 genitori per figlio.